Si continua a lavorare per la formazione del nuovo Parlamento che darebbe il via alla VIII legislatura. Dopo le elezioni politiche del 4 marzo, infatti, numerosi sono stati i dubbi e le battaglie condotte dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega Nord al fine di decidere la nuova presidenza del Consiglio.

Nonostante ciò, non sono state tralasciate le ipotesi formulate in campagna elettorale sul tema Pensioni e con la nuova legislatura potrebbero avvenire importanti cambiamenti dopo le lunghe attese di migliaia di lavoratori rimasti penalizzati dalla norme rigide dettate dalla Riforma Fornero. In primo luogo, si dovrà pensare all'eliminazione della precedente normativa pensionistica più volte sbandierata dal Movimento 5 Stelle e soprattutto dal Leader della Lega Nord Matteo Salvini oltre all'introduzione di un nuovo canale di uscita che consentirebbe ai lavoratori un pensionamento più agevolato.

Da vedere, però, il tipo di intervento da realizzare riuscendo a quantificare le risorse necessarie per attuare le misure in materia previdenziale. Da questo punto di vista, infatti, i pentastellati e la Lega sembrano aver trovato un accordo e si evince anche dal loro programma elettorale molto simile.

Necessaria la stabilizzazione dell'Ape Sociale

Intanto, si continua a discutere anche degli interventi che sicuramente saranno inseriti nell'agenda politica del prossimo Parlamento. Si tratta della stabilizzazione dell'Ape Sociale finora utilizzato come una misura in via sperimentale fino al 31 dicembre 2018 e dell'ulteriore ampliamento della categoria di beneficiarie. Non è escluso, però, che la Lega e il M5S potrebbero concentrarsi anche sull'approvazione della nona misura di salvaguardia per risolvere definitivamente il problema degli esodati.

Ci sarebbe poi, l'abolizione dei vitalizi dei parlamentari, l'approvazione di una misura volta al riconoscimento dei lavori di cura e assistenza ai fini contributivi per le donne e la previdenza complementare a favore delle giovani generazioni che fanno sempre più fatica a trovare un'occupazione.

Troppe discordanze per Quota 100 e Quota 41

Da rivedere, invece, le ipotesi lanciate nel pieno della campagna elettorale inerente alla Quota 100 e alla Quota 41 a favore dei lavoratori precoci; due misure che non vengono appoggiate da molte forze politiche per via degli ingenti costi che le casse statali sarebbero costrette a sopportare ma nello stesso tempo renderebbe vantaggiosa l'uscita di molti lavoratori.