C’è una ulteriore novità riguardante le visite fiscali: la comunicazione dei prossimi cambiamenti che si avranno già dal mese di aprile arriva da Maria Parisi, rappresentante dell’ANMEFI (associazione Nazionale Medici Fiscali), che spiega come una recente sentenza della Corte di Cassazione su di un caso particolare ha spinto l'associazione a nuove tutele per la privacy dei soggetti a cui spetta la visita fiscale.
La sentenza della Corte di Cassazione: il caso
La Corte di Cassazione, in data 31 gennaio 2018, ha rigettato la richiesta di un dipendente per il risarcimento per danni morali contro il medico fiscale che l'ha visitato e che avrebbe annotato nel verbale di visita, consegnato al datore di lavoro, la prenotazione per un accertamento clinico dallo psichiatra.
Questa annotazione sarebbe poi stata divulgata dallo stesso datore di lavoro all’interno dell’ufficio suscitando l’ilarità e lo scherno da parte dei colleghi e la preoccupazione dei familiari, provocando forte stress e disagio emotivo nel dipendente. La Corte, in questo caso, non ha ritenuto responsabile il medico Asl, bensì lo stesso datore di lavoro che ha diffuso la notizia nonostante fosse un dato sensibile e quindi soggetto alla legge sulla privacy. Nonostante ciò, la Corte di Cassazione ha comunque considerato deplorevole il comportamento del medico Asl e ha richiesto all’Inps di modificare la procedura affinché si evitino tali episodi che vanno a discapito della privacy dei dipendenti soggetti a visita fiscale.
Da qui la necessità di rivedere le modalità con cui vengono compilati i referti medici.
Visite fiscali: diventa tutto digitale
Per soddisfare la richiesta della Corte, proprio in questi giorni l’Inps ha deciso di dotare i propri medici legali, che si occupano delle visite fiscali, di un tablet con firma digitale che andrà a sostituire il vecchio netbook o la cartellina medica.
Già dai prossimi mesi, quindi, il verbale della visita non sarà più cartaceo ma esclusivamente digitale e potrà essere visionato dal dipendente sul sito dell’Inps. Al paziente sarà comunque data una ricevuta per la visita effettuata, nella quale si potranno leggere solo i dati anagrafici, la prognosi e l’indicazione dell’esito, positivo o negativo e i giorni effettivi di malattia che il dottore ha concesso.
Stessa ricevuta verrà data al datore di lavoro e non ci sarà scritta né la diagnosi, né che tipo di terapia è stata consigliata, né se ci sono o meno ulteriori accertamenti clinici da fare ( come appunta la visita psichiatrica).