Si preannunciano tempi duri per i ‘furbetti’ della legge 104. Dopo gli ultimi episodi di abusi balzati all’onore delle cronache dopo la denuncia del Governatore della regione Sicilia, Nello Musumeci, dove pare che alcuni dipendenti si siano fatti adottare da anziati malati per poter usufruire dei permessi dal lavoro retribuiti garantiti ai familiari dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104, cresce il dibattito sulla necessità di apportare modifiche o addirittura di cancellare la normativa in questione.

Gli abusi della legge 104: il rapporto dell’Inps

L’allarme sulla insostenibilità dell’impianto della legge 104, almeno per come viene attualmente utilizzata, è stato lanciato nei giorni scorsi da un articolo del Corriere della Sera che, analizzando il dati del rapporto Inps sulla normativa, ha riscontrato una crescita dei costi per le casse dello Stato il cui trend difficilmente potrà essere sostenuto in futuro in assenza di significativi correttivi che pongano un limite agli abusi.

Nata, come è noto, il 5 febbraio 1992 per sostenere chi ha gravi problemi di salute o deve assistere un familiare portatore di handicap, la legge 104 riconosce il diritto a tre giorni di permessi retribuiti al mese da dedicare proprio all’assistenza del malato. E se è vero che è l’occasione a fare l’uomo ladro, evidentemente la prospettiva di fare la settimana corta per quasi tutto il mese sembrerebbe aver spinto molti ‘fannulloni’ a fare carte false pur di approfittare della ghiotta occasione.

Secondo i dati dell’Inps, i beneficiari della legge 104 sono aumentati del 40% nel periodo dal 2012 al 2016, e se si considera l’invecchiamento medio della popolazione italiana è facile prevedere per i prossimi anni una continua crescita di patologie che richiedono assistenza da parte dei cosiddetti ‘caregiver’, comportando un aumento della spesa pubblica dall’attuale 1,3% al 3,2% nel 2060.

E’ chiaro, quindi, che con una tale prospettiva non si può continuare a tollerare che lavoratori sia del settore privato che pubblico approfittino in modo truffaldino e senza averne i requisiti di quello che è un giusto supporto per chi ne ha bisogno.

Gli ultimi casi di abusi della Legge 104: servono modifiche

E’ prevedibile che su questo tema si sviluppi un dibattito sui correttivi da apportare alla Legge 104 senza penalizzare chi veramente utilizza i permessi retribuiti per assistere familiari affetti da gravi patologie.

Del resto, sono ormai quasi quotidiane le sentenze della Cassazione che legittima i licenziamenti di dipendenti pubblici sorpresi in vacanza durante i giorni di permesso per assistenza. Come, del resto, non può non suscitare una riflessione il fatto che in Sicilia e in Calabria i beneficiari della legge 104 tra i lavoratori della scuola sono il 24% del totale, mente questa percentuale scende al 4,5% nelle regioni dell’Italia centrale e al 2,3% nelle regione del Nord Est.