Si attende ancora la formazione del nuovo governo con la designazione dei vari ministri e intanto prende sempre più piede l'ipotesi di una revisione della precedente Riforma Fornero che a partire dal 2012 ha lasciato in ginocchio migliaia di italiani che, a causa delle rigide norme in campo previdenziale non hanno avuto la possibilità di accaparrarsi l'agognata pensione.
La Legge Fornero non va cancellata
Secondo il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini la Legge Fornero sarebbe da stracciare; un punto-cardine contenuto anche nel suo programma elettorale anche se molti esponenti politici non sembrano aver apprezzato l'ipotesi di un'abrogazione definitiva dell'intero impianto in quanto potrebbe causare dei notevoli danni a livello finanziario al Paese.
A tale proposito sarebbe intervenuto anche il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi secondo il quale una possibile cancellazione della vecchia riforma richiederebbe un ingente costo per le cassi statali.
Sommella: 'Necessari Quota 41 e Quota 100'
Come si evince da "Huffington Post", anche il fondatore de "La Nuova Europa" Roberto Sommella avrebbe detto la sua. Anche lui, infatti, sembrerebbe contrario alla cancellazione definitiva della Riforma Fornero anche se avrebbe lasciato intendere ad una possibile revisione: abbassamento ell'età pensionabile rispetto agli attuali 67 anni necessari per il pensionamento di vecchiaia sarebbe uno dei punti-cardine da affrontare oltre a sbloccare il cosiddetto turn-over per dare la possibilità ai giovani di trovare un'occupazione.
"Se si paga un salario a chi non lavora si crea disoccupazione. Se si abbassa l'età pensionabile senza aumentare il debito, l'occupazione sale. Perché non provarci? Ha spiegato il giornalista evidenziando la possibilità di introdurre le due misure più gettonate, ovvero il ritorno al vecchio meccanismo delle quote.
Si tratta della quota 100 raggiungibile con la somma dell'età anagrafica e gli anni di anzianità contributiva (almeno 60 anni di età e 40 anni di versamenti contributivi).
Per i lavoratori precoci, invece, si pensa all'introduzione della Quota 41. Dato l'inizio precoce della loro attività lavorativa, infatti, verrebbe richiesto solo il versamento di almeno 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica maturata. Per questo motivo, secondo Sommella, sia Quota 100 che Quota 41 sarebbero due misure molto utili per agevolare il pensionamento.