La riforma Pensioni resta la priorità della Lega di Matteo Salvini pronta ad andare al governo con il Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio. La questione previdenziale è uno dei temi che si è imposto nella campagna elettorale per le elezioni del 4 marzo scorso, poi è rimasto in primo piano nel dibattito politico in vista della formazione del nuovo esecutivo, adesso è inserito nel cosiddetto contratto di governo su cui è stata raggiunta un’intesa tra leghisti e pentastellati. Questi ultimi il contratto lo hanno già sottoposto al voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau, che ha detto sì con oltre il 90% dei consensi.

Oggi e domani è il turno della Lega, che in gazebo sparsi in tutta Italia chiede ai militanti se sono d’accordo o meno con la sottoscrizione del contratto di governo. Dieci i punti indicati nei volantini del Carroccio in cui i militanti potranno mettere una croce sul Sì o sul No.

La riforma pensioni prioritaria per il Carroccio

Al primo punto del volantino leghista la riforma pensioni. Si legge senza tanti giri di parole: “Eliminazione della legge Fornero”. Sarà così? Sarà davvero eliminata la riforma pensionistica varata nel 2011 dal Governo Monti con il sostegno della maggioranza parlamentare di larghe intese che andava da Forza Italia al Partito democratico. Nel contratto di governo, che lunedì prossimo sarà sottoposto al vaglio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al quale dovrà essere indicato anche il nome del presidente del Consiglio scelto da Lega e Movimento 5 stelle, insieme allo “stop alla legge Fornero” vengono indicate in particolare due misure tanto attese da migliaia di italiani.

La proroga del regime sperimentale di Opzione donna per la pensione anticipata delle lavoratrici e la quota 100, data dalla somma tra età anagrafica e contributiva necessarie per l’accesso al trattamento previdenziale.

Stop alla Fornero, sì o no al contratto di governo?

Nel contratto M5s-Lega non viene indicata, così per come promesso in campagna elettorale da entrambi i movimenti politici, la Quota 41 per i lavoratori precoci.

I giochi per il nuovo governo sembrano comunque già fatti e la riforma pensioni rimane tra le priorità da affrontare. Resta da capire ancora chi andrà a Palazzo Chigi, escluse sempre di più nelle ultime ore l’ipotesi che il premier possa essere uno dei due leader, Salvini (Lega) o Di Maio (M5s) i quali, invece, stanno ancora trattando per una figura terza da proporre al Capo dello Stato che dovrà poi affidare l’incarico. Non resta che seguire in queste ore l’evolversi del dibattito per capire come andrà a finire. Salvo imprevisti, comunque, sembra ormai alle porte un governo giallo-verde.