Le ultime novità sulle Pensioni aggiornate ad oggi 9 maggio hanno in vetrina Opzione Donna e il pensionamento anticipato con la formula quota 100 a 64 anni di età anagrafica e 36 anni di contributi. Due dei temi principali della riforma previdenziale sono stati ripresi dal portale Ipsoa in un interessante approfondimento di questa mattina. Sullo sfondo il governo neutrale e le decisioni che il nuovo premier - nelle ultimissime ore Elisabetta Belloni viene data in pole position - potrebbe prendere riguardo ai "nuovi" strumenti pensionistici, noti da tempo agli italiani, i quali votando M5S e Lega Nord lo scorso 4 marzo hanno dato un chiaro segnale ai precedenti esecutivi.

Senza trascurare il fatto che un'intesa politica sia ancora possibile, anche se estremamente difficile.

Pensione Opzione Donna

Tra i primi provvedimenti, in campo previdenziale, su cui un nuovo governo inizierebbe a ragionare è la ripresa del regime sperimentale Opzione Donna. Più concretamente, la possibilità di prorogare la pensione anticipata delle donne con meno di 60 anni di età quantomeno al 31 dicembre 2018, così come era la richiesta iniziale delle lavoratrici, le quali negli ultimi mesi hanno fatto sentire la loro voce sia in piazza sia sui social network, partecipando a numerose discussioni inerenti la resa strutturale di OD.

Il governo Gentiloni, a maggioranza Pd, su questo punto ha fallito, tradendo la fiducia di migliaia di lavoratrici.

Il pensionamento con Opzione Donna permetterebbe alla futura pensionata di uscire dal mondo del lavoro accettando il ricalcolo dell'assegno previdenziale interamente con il sistema contributivo. Nonostante ciò, le donne sono disposte ad accettare il taglio della propria pensione pur di anticipare la loro uscita. Avendo come riferimento il limite della pensione di anzianità contributiva, si parla di una differenza superiore ai 6 anni.

Pensione quota 100

Un altro provvedimento molto atteso riguarderebbe la pensione con il sistema di quote. Quella più privilegiata sarebbe la quota 100, provvedimento caldeggiato a più riprese nel recente passato dalla Lega Nord di Matteo Salvini. La quota 100 prevederebbe l'uscita con 36 anni di contributi e 64 anni di età anagrafica.

A conti fatti, un risparmio di qualche anno rispetto al limite anagrafico di 67 anni posto dalla pensione di vecchiaia. Il requisito di 64 anni di età sarebbe indispensabile in questo caso.

All'interno del sistema di quote, verrebbero spalancate le porte ai cosiddetti lavoratori precoci grazie alla quota 41, la possibilità cioè di andare in pensione dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica. La proposta, caldeggiata a più riprese negli ultimi anni dai lavoratori, segna un punto di aperto contrasto con l'attuale riforma delle pensioni varata dal governo tecnico presieduto dal premier Mario Monti. Entrambe le misure troverebbero il sostanziale accordo in un eventuale governo guidato da Luigi Di Maio e Salvini.