In pensione a partire dai 64 anni di età anagrafica accompagnati dai 36 anni di versamenti contributivi; è questa l'ipotesi sulla quale si starebbe muovendo il nuovo Governo al fine di garantire una maggiore flessibilità in uscita e superare le rigidità introdotte dalla Riforma Fornero.
Salvini illustra i potenziali beneficiari della quota 100
Come riportato dal quotidiano "Il Sole 24 Ore", infatti, l'esecutivo potrebbe dare operatività alla quota 100 a partire dal prossimo primo gennaio introducendo la misura previdenziale nella nuova Legge di Stabilità.
Come ormai tanti sanno il meccanismo della quota 100 consiste nell'uscita anticipata a partire dai 64 anni di età anagrafica unitamente ai 36 anni di contributi effettivamente versarti. A confermarlo è ancora il segretario federale della Lega Matteo Salvini intervenuto nei giorni scorsi alla trasmissioni "Porta a Porta", condotta da Bruno Vespa. Il neo ministro dell'Interno, infatti, avrebbe illustrato i potenziali beneficiari della quota 100 e i tempi di approvazione della misura.
Si tratta dei lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato e lavoratori autonomi con carriere lunghe e continue che a partire dal 2019 potranno usufruire del famigerato sistema delle quote. Secondo quanto riportato da "Il Sole 24 Ore", riforma delle Pensioni riguarderebbe la classe dei cosiddetti baby boomers, ovvero, i nati nel 1955 che nel 2019 raggiungono i 64 anni di età anagrafica per un totale di circa 200 mila potenziali pensionandi appartenenti al settore privati ai quali andrebbero aggiunti altri 100-150 mila lavoratori del pubblico impiego che ogni anno dovrebbero maturare il diritto a pensioni tra il 2019 e il 2021.
Matteo Salvini, infatti, avrebbe ricordato anche che nel prossimo triennio si potrebbe arrivare a quota 300 mila lavoratori che nel matureranno 64 anni di età anche se non tutti non raggiungerebbero il requisito contributivo di 36 anni. Solo in un secondo momento si potrà pensare alla quota 41, la misura riservata ai lavoratori precoci che consentirebbe loro di lasciare l'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica abbassando ulteriormente il requisiti rispetto agli attuali 43 e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne attualmente vigente.
Di Maio: 'taglio delle pensioni d'oro per aumentare le minime'
Intanto, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa AdnKronos, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio starebbe mettendo le mani avanti sul taglio dei vitalizi e delle pensioni d'oro a fine di finanziare un intervento volto ad aumentare le cosiddette pensioni minime.
"Vogliamo finalmente abolire le pensioni d'oro che per legge avranno un tetto di 4.000-5000 euro per tutti quelli che non hanno versato versato una quota di contributi che dia diritto a un importo così alto", ha affermato il neo ministro del Lavoro. Solo così, infatti, potrebbero essere reperito circa 1 miliardo di euro che potrebbe tornare utile per aumentare le pensioni minime a favore dei pensionati che percepiscono un assegno con importi inferiori a mille euro.