Mentre continuano in queste ore scontri e polemiche sulle politiche per l’immigrazione alla luce del caso Aquarius, il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini torna a parlare di Pensioni e fisco rilanciando il programma di quello che è stato ribattezzato il “governo del cambiamento”. Misure, quelle legate alla riforma pensioni e al sistema fiscale, per le quali, vista la loro complessità, si dovrà attendere probabilmente ancora un po’ di tempo. Ma il leader del Carroccio, a scanso d’equivoci, conferma gli impegni assunti in campagna elettorale e introdotti successivamente nel contratto di programma stipulato dalla Lega e dal Movimento 5 stelle.

Salvini: ‘Rivoluzione fiscale impostata su flat tax’

Intervenendo oggi (13 giugno) all’assemblea della Confesercenti, il ministro dell’Interno ha ribadito che l’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte intende ridurre la pressione fiscale e non aumenterà accise e Iva (Imposta sul valore aggiunto). “Avvieremo già nel 2018 – ha spiegato il vicepremier parlando di uno dei punti programmatici principali del governo gialloverde - la rivoluzione fiscale impostata sulla flat tax". Salvini ha spiegato che le sue non sono promesse campate in aria ma “quanto contenuto nel programma” sottoscritto da pentastellati e leghisti. L’esecutivo sta anche lavorando, secondo quanto annunciato da Salvini, per lo stop al pagamento dell’Imu per gli esercizi commerciali sfitti e per la cedolare secca, una delle proposte della Confesercenti.

Pensioni, confermato impegno sulla Quota 100

A proposito dell’utilizzo del denaro contante, il ministro dell’Interno ha detto, secondo lui, “non ci dovrebbe essere nessun limite alla spesa”. Massima libertà sull’utilizzo dei propri soldi, è la linea del leader della Lega. “Ognuno – ha detto infatti Salvini - è libero di pagare come vuole e quanto vuole".

Il vicepremier ha parlato anche della riforma pensioni confermando l’intenzione di voler modificare la legge Fornero e di introdurre la Quota 100. Matteo Salvini ha ribadito inoltro di ritenere “sufficienti” 41 anni di contributi per l’uscita dal lavoro, la Quota 41 è quella auspicata da migliaia di lavoratori precoci che hanno iniziato la loro carriera lavorativa in giovane età e che adesso non riescono ad accedere al trattamento previdenziale con i requisiti previsti dalla legge Fornero varata nel 2011 dal Governo Monti sostenuto in Parlamento dalla maggioranza di larghe intese che andava dal Partito democratico a Forza Italia.

Nessun riferimento, invece, per quanto riguarda la proroga del regime sperimentale di Opzione donna per la pensione anticipata delle lavoratrici. Una delle misure attese da tempo e promesse in campagna elettorale sia dal Movimento 5 stelle che dalla Lega che l’hanno inserita anche nel contratto di governo. Resta ancora da capire quando il governo intende intervenire sulle pensioni e quali saranno i dettagli delle misure che intende mettere in campo.