Il nuovo esecutivo è già a lavoro per attuare i i provvedimenti contenuti nei programmi elettorali della Lega e del Movimento 5 Stelle: per quel che riguarda la previdenza e il lavoro, si tratta di misure per ripristinare la flessibilità in uscita e per agevolare le imprese dal pesante cuneo fiscale oltre ad altri interventi utili a combattere la povertà.

Il neo ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio infatti avrebbe ribadito la necessità di riaprire il cantiere delle Pensioni: "E' ora di far ripartire il Paese, di mettere da parte la Fornero, di istituire il reddito di cittadinanza e il salario minimo orario.

E lo faremo", ha spiegato il leader pentastellato a pochi giorni dall'insediamento al Ministero di via Vittorio Veneto. Sono questi i temi, infatti, da sottoporre al nuovo governo Conte sui quali sembra essere d'accordo anche il leader della Lega Matteo Salvini.

Nel cantiere previdenziale potrebbe essere ripresto anche il delicato tema del pensionamento anticipato delle lavoratrici, ovvero la proroga del cosiddetto regime sperimentale Opzione Donna che consentirebbe alle lavoratrici di anticipare l'uscita dall'attività lavorativa dopo aver raggiunto almeno 57 anni di età anagrafica accompagnata dal versamento di 35 anni di contributi, a condizione di accettare il ricalcolo contributivo dell'assegno previdenziale.

Circa 5 miliardi per Quota 100

Spazio anche alla cosiddetta Quota 100 che, invece, consentirebbe un'uscita flessibile a tutti i lavoratori con almeno 60 anni di età anagrafica e 40 anni di versamenti contributivi. L'ipotesi, infatti, si baserebbe sul superamento definitivo della Riforma Fornero che a partire dal 2012 ha penalizzato gran parte degli italiani: secondo il programma di governo stipulato da i due partiti, sarebbero sufficienti circa 5 miliardi di euro, una cifra irrisoria che secondo molti economisti potrebbe non bastare.

Avviati i lavori per il taglio dei vitalizi

Da chiarire, invece, la questione relativa all'approvazione della nona misura di salvaguardia a favore degli esodati rimasti esclusi nei precedenti provvedimenti di tutela. Non è escluso, infatti, che questo provvedimento riguardante circa 6-7 mila lavoratori potrebbe arrivare in tempi rapidi.

Cosa assai diversa, invece, per il cosiddetto reddito di cittadinanza, uno strumento a sostegno del reddito fissato in 780 euro mensili volto a combattere la povertà per il quale è richiesto un investimento iniziale di circa 2 miliardi di euro.

Intanto, sono stati già avviati i lavori per dare finalmente un taglio ai vitalizi e ai benefici percepiti dai politici.