Il 2018 doveva rappresentare, per il mondo della Scuola, l’anno dei Concorsi Pubblici. Infatti ne erano previsti ben tre entro l'estate 2018: quello per i docenti abilitati, quello per i docenti non abilitati con 36 mesi di servizio alle spalle e, infine, quello per i laureati con 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche. Il primo concorso è stato indetto e i candidati hanno potuto finalmente affrontare il colloquio orale (non selettivo) che permetterà loro di immettersi in ruolo presumibilmente nel prossimo anno scolastico. Intanto, i laureati che aspirano a diventare docenti hanno conseguito in maniera celere i 24 CFU, requisito indispensabile per loro, per accedere al concorso.
Difatti, secondo le previsioni del governo precedente, il concorso per i docenti non abilitati avrebbe dovuto essere bandito prima dell’estate. Questa corsa ai crediti formativi, però, si è rivelata poco utile, infatti al momento non si hanno notizie dei concorsi per i docenti non abilitati. Anzi, il nuovo ministro dell’Istruzione Bussetti ha parlato di una rivisitazione delle regole dei due concorsi, che erano stati predisposti dal Governo Renzi.
Concorsi regionali con domicilio professionale e vincolo triennale
Ricordiamo che tali concorsi erano previsti dalla legge 107 ed erano stati predisposti da una apposita commissione con la supervisione del precedente ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli.
Ma il nuovo governo ha intenzione di rimodellare i bandi, non prima di aver fatto una ricognizione dei posti effettivamente disponibili nel triennio. Questo perché il nuovo governo vuole avere un quadro realistico delle cattedre disponibili per gli aspiranti docenti, regione per regione. Tale scelta, tuttavia, va ancora una volta a scapito dei laureati nel 2016 che non hanno ancora avuto la possibilità di partecipare ad alcun concorso per il tanto agognato ruolo professionale.
Inoltre, il nuovo vertice punta a limitare la mobilità dei docenti che continuano a spostarsi da Nord a Sud, non garantendo sempre la giusta continuità agli studenti. In particolare, lo scopo della Lega è quello di avviare concorsi nazionali gestiti direttamente dagli USR (Uffici Scolastici Regionali), a cui potranno partecipare solo i candidati che hanno il domicilio professionale nella regione prescelta. Inoltre, i nuovi insegnanti potrebbero avere un vincolo triennale nella regione specifica che non permetterà loro di spostarsi prima di aver garantito una adeguata continuità agli alunni.