L'esecutivo Conte continua a lavorare sulla famosa riforma delle Pensioni con lo scopo di introdurre il nuovo meccanismo di uscita con quota 100 come contenuto nel nuovo contratto di Governo stipulato da Lega e Movimento 5 Stelle. Un'ipotesi molto gettonata ma che continua a preoccupare data la tua onerosità.

Estensione della quota 41 a partire dal 2020

Come ormai tanti sanno, con il meccanismo di quota 100 molti lavoratori avrebbero la possibilità di lasciare in anticipo l'attività lavorativa a partire dai 63 anni di età anagrafica accompagnati dai 36 anni di contribuzione effettiva.

Come riportato dall'agenzia di stampa AdnKronos, invece, per l'estensione della quota 41 si dovrà aspettare fino al 2020. Con tale provvedimento, infatti, verrà estesa a tutti i lavoratori la possibilità di anticipare l'uscita dopo il raggiungimento di almeno 41 anni di versamenti contributivi a prescindere dall'età anagrafica. Una misura che finora è stata riservata soltanto ai lavoratori precoci, ovvero, coloro che hanno iniziato a lavorare prima del compimento del 19esimo anno di età.

Dal 2019 aumenteranno i requisiti

In attesa di una riforma delle pensioni che possa rendere più flessibili le norme sull'uscita pensionistica, però, molti lavoratori faranno i conti con l'adeguamento dei requisiti previdenziali all'aspettativa di vita che a partire dal 2019 determineranno un ulteriore aumento dei requisiti per l'uscita dall'attività lavorativa.

Come riporta Adnkronos, infatti, i requisiti subiranno un aumento di circa 5 mesi: per usufruire della pensione di vecchiaia contributiva, quindi, serviranno almeno 71 anni di età unitamente ai 5 anni di contribuzione mentre per quella ordinaria occorrerà il perfezionamento di 67 anni di età e 20 anni di versamenti contributivi.

Per la pensione anticipata ordinaria, occorreranno 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le lavoratrici indipendentemente dall'età anagrafica. L'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita colpirà anche ai lavoratori precoci, i quali saranno costretti a maturare almeno 41 anni e 5 mesi di contributi.

Qualche cambiamento si registrerà anche per il cosiddetto Ape volontario per il quale sarà richiesto il perfezionamento di almeno 63 anni e 3 mesi di età anagrafica accompagnati dai 20 anni di contributi; anche in questo caso i lavoratori beneficeranno del prestito ventennale da restituire nel momento in cui percepiranno la pensione piena.