Il Governo Conte atteso alla 'prova del nove' per quanto riguarda il capitolo Pensioni da includere nella Legge di Bilancio 2019: il 'pasticcio' della proposta di legge Molinari-D'Uva, unitamente alla presa in considerazione della sola Quota 100 come primo step del superamento della Legge Fornero, sta creando parecchi malumori tra i lavoratori e tra le forze politiche. Oltre tutto, l'esecutivo, ora, è chiamato ad affrontare l'emergenza Genova, un'emergenza che potrebbe allontanare ancora di più quella che, comunque, è un'altra emergenza sociale, quella della riforma del sistema pensionistico italiano.

Pensioni, dall'emergenza Genova alla Quota 100: altri problemi in vista per la Legge di Bilancio 2019

Il disastro del crollo del ponte Morandi di Genova potrebbe ripercuotersi anche sulle pensioni, dato che il Governo dovrà sbloccare i fondi pubblici necessari per la ricostruzione della struttura: se la coperta delle risorse finanziarie destinate alle misure d'intervento in tema previdenziale era già corta prima, figuriamoci adesso. Se poi consideriamo che Lega e Movimento Cinque Stelle hanno posto tra le priorità la riforma fiscale Flat Tax e il reddito di cittadinanza, capiamo bene come l'auspicato superamento della Legge Fornero, rischia di allontanarsi sempre di più nel tempo. La Quota 100 dovrebbe essere l'unica misura di intervento da inserire nella nuova manovra finanziaria ma il provvedimento, secondo quanto è stato anticipato, suscita più di una perplessità: si pensi solamente al requisito minimo dei 64 anni (addirittura peggiorativo rispetto ai 63 dell'Ape Social) oltre all'ipotesi di considerare nell'anzianità (41 anni) solo 3 anni di contributi figurativi.

Secondo l'economista Giuliano Cazzola, la Lega, con la Quota 100, andrebbe ad accontentare i lavoratori del Nord mentre con le pensioni di cittadinanza a 780 euro, il Movimento Cinque Stelle andrebbe a favorire la popolazione del sud.

Ddl tagli pensioni d'oro: Zangrillo (FI) 'Lega e M5S non hanno capito bene cosa avevano scritto'

Critiche al Governo anche per quanto concerne il ddl sui tagli alle pensioni d'oro. Paolo Zangrillo di Forza Italia ritiene che la Lega e il Movimento Cinque Stelle si siano affrettati a smentire la proposta di legge e a promettere di correggerla perché si sono resi conto di non averci capito molto di quanto avevano scritto.

Il deputato del partito di Silvio Berlusconi sottolinea, inoltre, come la riforma tende a rappresentare colui che prende un assegno superiore ai quattromila euro come un 'privilegiato', una sorta di 'farabutto da punire e basta'. L'onorevole Zangrillo rincara la dose nei confronti dei due partiti di maggioranza, ricordando loro che adesso sono loro la 'casta' e che adesso devono pensare a governare: il che significa principalmente risolvere i problemi dei cittadini.