Inizieranno a settembre i lavori per l'approvazione della nuova Legge di Stabilità che, come ormai tanti sanno, entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2019. Secondo quanto riportato dal quotidiano "Il Sole 24 ore", si partirà da una base di 22 miliardi di euro fra interventi sull'Iva, sulle spese obbligatorie e sulla spesa aggiuntiva per interessi.
In autunno si riapre il cantiere per la nuova manovra
Nella cifra ingente, però, non rientrerebbero le altre misure contenute nel nuovo contratto di Governo stipulato alcuni mesi fa fra Lega e Movimento 5 Stelle.
Si tratta della cosiddetta flat tax, del superamento della tanto odiata Riforma Fornero e del tanto sbandierato reddito di cittadinanza. In autunno, infatti, dovrebbe riaprirsi il cantiere per la nuova Legge di Stabilità anche se il nuovo governo giallo-verde è consapevole che le risorse messe a disposizioni potrebbero essere insufficienti per finanziare tutte le misure. Si partirà da 22 miliardi di euro così ripartiti: circa 12,4 miliardi serviranno per gli interventi volti a bloccare l'aumento dell'Iva, altri 3,5 miliardi per le spese obbligatorie, circa 4 miliardi per la spesa aggiuntiva per gli interessi mentre i restanti 2,5 miliardi saranno destinati a probabili ricadute sul deficit della minore crescita.
Di Maio afferma che superare la Fornero è una priorità
Per il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Di Maio, invece, il superamento della precedente Riforma Fornero resta una priorità. "Flat tax, reddito di cittadinanza e abolizione della Legge Fornero sono emergenze sociali e si devono realizzare il prima possibile, anzi subito", ha spiegato il vicepremier pentastellato in un'intervista rilasciata al "Corriere della Sera".
Le ipotesi contenute nel contratto di Governo, infatti, vertono sull'introduzione del meccanismo delle quote al fine di rendere più flessibile l'uscita dall'attività lavorativa. Si tratta della famosa quota 100 che consentirebbe a migliaia di lavoratori di uscire in anticipo dal lavoro dopo aver raggiunto almeno 64 anni di età anagrafica unitamente ai 36 anni di versamenti contributivi.
Una proposta che suscita tuttora molti dubbi per via dell'insufficienza delle risorse finanziarie. Per questo motivo, resta ancora una priorità sciogliere il nodo-risorse al fine di inserire in Legge di Stabilità un intervento sulla flessibilità pensionistica. Non resta escluso, infatti, che quota 100 potrebbe essere discussa a settembre in fase di riapertura dei lavori per la nuova finanziaria.