Rebus sulla futura riforma delle Pensioni: si continua a promettere, come in campagna elettorale, l’abolizione della riforma Fornero grazie a misure di pensione anticipata come la quota 100 e 41, ma i conti sembrano non tornare. Purtroppo si continua a vociferare che la l'uscita con somma 100 (età + anni di contributi) sarà applicabile a partire dai 64 anni e che la quota 41 potrebbe divenire 42 dal 2020.
Pensioni, per l'Inps quota 100 e 41 senza paletti troppo costose
Le recenti stime Inps parlano di risorse ingenti per poter mantenere le promesse in campagna elettorale: per poter concedere la quota 100 che tutti vorrebbero (ossia priva di paletti) e quota 41 esente da limiti anagrafici costerebbe fino a 20 miliardi.
Inserendo invece il paletto dei 64 anni per la quota 100 o adottando la pensione a quota 41 la spesa annuale scenderebbe a 11 miliardi. Se si optasse invece per tenere invariata la pensione anticipata e si introducesse il paletto dei 64 anni occorrerebbero comunque 8 miliardi, una cifra considerevole anche in quest'ultima ipotesi 'low cost'.
Pensioni, Damiano: ok a quota 100/41, ma senza trucchi
L'onorevole del partito democratico Cesare Damiano, recentemente intervistato dal sito 'pensionipertutti', si è detto favorevole alla pensione dopo 41 anni di contributi e alla quota 100 proposta dal Governo purché non vi siano trucchi per far quadrare il bilancio, quindi:
- no ai 64 anni come paletto di accesso, peggiorativo rispetto ai 63 offerti con l’ape sociale per i mestieri gravosi;
- no al ricalcolo dal 1996 col contributivo;
- no al limite dei 2/3 anni di contributi figurativi, che penalizzerebbe quanti hanno avuto disoccupazione e/o carriere discontinue.
Riforma pensioni: prima quota 100, poi introduzione dell'uscita con 41 anni di contributi
Le ultime indiscrezioni (dopo il recente vertice di Governo a Palazzo Chigi) sembrerebbero ipotizzare una riforma delle pensioni suddivisa in due tappe, che vedrebbe prima l’inserimento di una quota 100 non esente da vincoli (seppur non ancora esplicitati) ed una quota 41 che arriverebbe solo in seguito.
In legge di bilancio a breve il Governo dovrà scoprire effettivamente le proprie carte, a rischio vi è la credibilità di un esecutivo che si è detto fin dalle prime apparizioni favorevole a smontare la riforma Fornero e che ora invece secondo molti non è in grado di mantenere le promesse. Non resta che attendere per comprendere chi avrà effettivamente ragione.