Il ministro dell’Interno Matteo Salvini punta molto sullo "smantellare" la riforma Fornero e, secondo alcuni conti pubblicati su Il Sole 24 ore, occorrerebbero almeno 13 miliardi di euro, cifra che potrebbe aumentare fino anche a 20. Di parere diverso è Antonio Signorini de Il Giornale, secondo il quale basterebbero tre miliardi per applicare alcune misure importanti per il raggiungimento dell'obiettivo.

Trovare fondi per la quota 100 e la pensione a 62 anni

Ieri per il governo è stata una giornata di discussioni su reddito di cittadinanza, flat fax e pensioni, in particolare sulla ricerca dei fondi per eliminare la legge firmata da Elsa Fornero e Mario Monti.

Matteo Salvini gioca tutto sulla quota 100, che sarebbero gli anni di contribuzione più l’età, per consentire il ritiro dal lavoro a 62 anni, al più tardi a 64 anni. Con alcune misure come il taglio delle Pensioni d'oro, si recupererebbero circa 3 miliardi di euro, cifra di tutto rispetto ma comunque ben lontana dalle previsioni di Francesca Barbieri che su Il Sole 24 ore riporta i dati della società Tabula di Stefano Patriarca. Il costo di modificare così pesantemente la riforma Fornero sarebbe di almeno13 miliardi, che salirebbero a 20 miliardi per entrare definitivamente a regime.

In pensione con 41,5 anni di contributi

Con un’altra ipotesi prospettata da Stefano Patriarca, che partirebbe da una spesa di 350mila euro il primo anno, 8,5 miliardi per la riforma e 11 miliardi per l’entrata a regime, sarebbe possibile abbassare il tetto dell’età pensionabile: 41,5 anni di contributi indipendentemente dall’età, piuttosto dei 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne che servono oggi.

L’esperto di previdenza Giuliano Cazzola sostiene che la misura sia fattibile solamente per le persone che sono entrate nel mondo del lavoro molto presto e che, sebbene siano ancora giovani, hanno accumulato anni di contributi e anzianità lavorativa tale che gli permetterebbero di andare già in pensione.

Legge di Bilancio e pensioni, divario tra Nord e Sud

Circa il 20% dei lavoratori titolari di pensione anticipata risiede in Lombardia, oltre la metà nel Nord Italia ed il 78% è di sesso maschile. Le misure di sostegno al reddito attualmente in vigore sono perlopiù concentrate al Sud e la prossima Legge di Bilancio metterà le mani proprio su queste risorse, percepite da più di 900.000 persone.

Il governo ha sempre parlato di tagliare le decine di bonus varati negli anni passati che occorreranno per garantire reddito di cittadinanza e flat tax. I costi della misura economica sono enormi e il presidente della commissione Finanze del Senato Alberto Bagnai sta aspettando il punto della situazione dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria.