Dal 1 gennaio 2019 entrerà in vigore la circolare Inps 62/2018 che prevede alcuni cambiamenti per ottenere i requisiti per andare in pensione nel biennio 2019-2020. La circolare, basata sulle ricerche Istat, tiene in considerazione l’innalzamento della speranza di vita e i lavoratori dovranno rimanere sul mercato cinque mesi in più.
Requisiti per pensione anticipata e di vecchiaia
I requisiti anagrafici per andare in pensione nel 2019-2020 aumenteranno per chi vuole ottenere la pensione anticipata. Dagli attuali 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, si passerà rispettivamente a 43 anni e 3 mesi sia per gli uomini che per le donne.
Sarà necessario dunque versare 2249 e 2197 settimane di contributi per aver diritto alla pensione anticipata. Attualmente per ottenere la pensione di vecchiaia basta avere 66 anni e 7 mesi, ma nel biennio 2019-2020 chi vorrà ottenerla dovrà averne compiuti 67 ed aver lavorato almeno vent’anni.
Assegno sociale, esodati, lavoratori precoci e usuranti
In base al decreto-legge 42/2006, a partire dal 2019 per conteggiare gli anni di anzianità contributiva occorreranno sia per uomini che per donne 41 anni di versamenti e per i lavoratori precoci la legge 232/2016 prevede che siano necessari 41 anni e 5 mesi contro i 41 anni attuali. Slittano di cinque mesi i tempi dei versamenti per tutti i comparti di lavoratori, compresi quelli addetti alla difesa, alla sicurezza e quelli che prevedono regime contributivo diverso dall’AGO, cioè l’assicurazione generale obbligatoria che rappresenta il principale istituto di previdenza e assistenza sociale per i cittadini.
Si allungano i tempi anche per ottenere l’assegno sociale, che passano dagli attuali 66 anni e sette mesi ai prossimi 67 anni e ci vorranno cinque mesi in più anche per gli esodati. Non vi saranno adeguamenti né innalzamento dell’età pensionabile per chi esercita lavori usuranti e rimangono perciò invariate le agevolazioni per chi svolge attività particolarmente pesanti e faticose.
Chi ha svolto questo genere di Lavoro potrà andare in pensione a 61 anni e 7 mesi con un’anzianità contributiva di 35 anni. L’adeguamento dell’età pensionabile era stato deciso dalla legge Fornero nel 2011, che aveva previsto delle agevolazioni per coloro che erano rimasti senza lavoro per motivi indipendenti dalla propria volontà ed in età avanzata.
Gli esodati per l’appunto, oggetto di riforme previdenziali sulle quali si sono succedute diverse salvaguardie. I requisiti per l’età pensionabile slitteranno di cinque mesi anche per coloro che non hanno beneficiato della legge Fornero.