Nel salottino di Bruno Vespa, cioè nella trasmissione “Porta a Porta” di Rai Uno, andata in onda ieri sera, 11 settembre, il leader della lega e Vice Premier Matteo Salvini ha ribadito il concetto che nella prossima legge di Bilancio si inizierà l’operazione di smontaggio della riforma Fornero come promesso dall’attuale governo.

Il quotidiano “Il Corriere della Sera” con un articolo di oggi dà ampio spazio a quanto detto dal Ministro dell’Interno durante la trasmissione e soprattutto per quanto concerne la previdenza, le novità sembrano rilevanti.

L’argomento come sempre è la quota 100, la misura che potrebbe nascere nella prossima manovra finanziaria e che alcuni giorni fa fu al centro di altre esternazioni di Salvini che la vorrebbe libera per tutti. Ieri sera il Vice premier ha dato indicazioni su ciò che secondo lui andrebbe fatto, su come funzionerà la quota 100 secondo la sua idea e su cosa ha proposto proprio in relazione a questa misura.

Troppi 64 anni di età

Colui che viene considerato un consigliere di Salvini in materia previdenziale, l’economista Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali sostiene da tempo l’ipotesi di varare la quota 100 immediatamente, cioè in manovra finanziaria ma con alcuni paletti ben definiti, in primo luogo quello dell’età minima di accesso alla misura.

Quota 100 secondo l’esperto, dovrebbe consentire già nel 2019, il pensionamento a 64, 65 o 66 anni di età, con rispettivamente 36, 35 o 34 anni di contributi versati. L’età minima per utilizzare questa ipotetica quota 100 sarebbe 64 anni di età. Salvini incalzato da Bruno Vespa ha sottolineato come 64 anni di età sia un limite troppo elevato.

La proposta di Salvini

La novità che fuoriesce dalle parole del Vice Premier è il nuovo limite di età a cui sta puntando Salvini che addirittura ha detto di averlo già proposto ai tecnici, cioè una quota 100 a partire dai 62 anni di età. Chi potrà utilizzare la quota 100? In pratica, pensione libera per coloro che hanno almeno 38 anni di contributi versati e naturalmente, almeno 62 anni di età.

Due anni in meno come età pensionabile rispetto all’ipotesi più gettonata per quanto concerne la nuova misura. La novità ha già interessato tecnici e analisti. La società di ricerca “Tabula” alla cui guida c’è un altro esperto previdenziale, Stefano Patriarca, considera in 9 miliardi netti (13 miliardi lordi), il costo di questa soluzione per quota 100. Il costo si riferisce solo al primo anno di varo, perché una volta a regime la misura costerebbe 20 miliardi lordi all’anno. Prezzo salato come era inevitabile che lo fosse, con l’esecutivo che conta di recuperare parte delle dotazioni necessarie dalla Pace Fiscale o dal piano di assunzioni che imprenditori che hanno avuto contatto con Salvini, hanno promesso di avviare a quota 100 varata.

Il Vice Premier infatti continua a ribadire come mandando in pensione i lavoratori più anziani, si potrebbero avere nuove assunzioni di giovani che inizierebbero a versare contributi che finanzierebbero le Pensioni erogate oggi. L’operazione in mente al Vice Premier è il primo passo per il superamento totale della legge Fornero, per la nuova riforma delle pensioni, tanto è vero che come riporta il Corriere della Sera, durante la legislatura la soglia minima di quota 100 potrebbe scendere a 60 anni dal 2021. Un ribasso di età pensionabile che potrebbe chiamare dentro la misura anche i lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare da giovani e che hanno 40 anni e più di contributi, ma insufficienti date le soglie di accesso alle pensioni anticipate che entreranno in vigore nel 2019 (43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne).