Uno studio di Progetica (società indipendente di consulenza) sul Corriere della Sera ha posto l'accento sulla penalizzazione dell'assegno previdenziale per chi sceglierà di andare in pensione con quota 100, la misura previdenziale scelta dall'esecutivo per concedere la pensione anticipata a 62 anni con 38 di contributi. A fronte di un'uscita fino a 5 anni e sei mesi prima rispetto al requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia (67 anni dal 1° gennaio 2019), l'assegno previdenziale subirà una decurtazione del 25 per cento. A conti fatti, Progetica calcola che per ogni anno di anticipo il lavoratore perda il 5 per cento dell'importo della sua pensione.

Penalizzazione quota 100 paragonabile a quella di Opzione Donna

Il taglio del 25 per cento sulla pensione destinato a chi sceglie di andare in prepensionamento all'età di 62 anni è paragonabile a quello subito dalle lavoratrici che optano per l'uscita anticipata tramite Opzione Donna. Il regime sperimentale studiato per le donne prevede una decurtazione intorno al 30 per cento, a causa del ricalcolo con il sistema contributivo dell'intero assegno previdenziale. A differenza di quota 100 però, la pensione anticipata delle donne permette l'uscita già a 57 anni e con 35 di contributi.

Sempre secondo lo studio di Progetica, i maggiori vantaggi di quota 100 sono destinati a chi ha iniziato a lavorare tra i 22 e 26 anni.

Per questo motivo il provvedimento non può essere allettante per i lavoratori precoci, una delle categorie più penalizzate dalla riforma Fornero. Di recente l'onorevole della Lega Nord Claudio Durigon (sottosegretario al Ministro del Lavoro) ha chiarito che l'obiettivo finale del Carroccio è di introdurre la quota 41, la possibilità cioè di accedere alla pensione dopo aver lavorato per 41 anni indipendentemente dall'età anagrafica.

La riforma pensioni parte forse da febbraio

Pur continuando a essere nel campo delle ipotesi, quota 100 dovrebbe partire dal mese di febbraio, in anticipo dunque rispetto al reddito di cittadinanza atteso per la prossima primavera. Lo riporta Il Sole 24 Ore. Il noto quotidiano economico-finanziario conferma inoltre le risorse pari a 7 miliardi di euro destinate al provvedimento con cui il governo punta a superare la riforma Fornero, sebbene debba essere considerato soltanto un primo passo, come ha più volte lasciato intendere il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Oltre alla nuova pensione anticipata, la manovra finanziaria per il 2019 include anche il taglio alle Pensioni d'oro. Il Sole 24 Ore chiarisce che la somma di 1 miliardo di euro citata da Di Maio non è da considerarsi come risparmio di un solo anno ma va spalmata nell'arco di 3 anni. Non si hanno invece notizie riguardo né sulla pensione di cittadinanza (aumento delle pensioni minime a 780 euro) né su Opzione Donna, su cui Di Maio ha preso un impegno formale nei giorni scorsi.