"Chi andrà in pensione con Quota 100 non subirà alcuna penalizzazione. L'obiettivo è favorire il ricambio generazionale", ad affermarlo è il deputato della Lega Claudio Durigon che ha pienamente approvato le ipotesi dell'esecutivo riguardanti l'approvazione del sistema delle quote a partire dal 2019 senza la penalizzazione dell'1,5 % ipotizzata qualche tempo fa.
Quota 100 a partire dai 38 anni di contributi
Come riportato sul quotidiano "Il Corriere della Sera", infatti, il nuovo esecutivo targato Lega-Movimento 5 Stelle sembra aver vinto un'altra battaglia sulle Pensioni e il Ministro dell'Economia e delle Finanze Giovanni Tria non ha potuto fare altro che accettare.
L'economista, infatti, ha cercato fino all'ultimo di optare per strade alternative per modificare le rigide norme introdotte dalla precedente Riforma Fornero e stando al suo parere avrebbe preferito lasciare intatta l'età pensionabile a 67 anni e garantire il pensionamento anticipato alle categorie più deboli attraverso un sistema di deroghe.
Quota 100 per favorire il ricambio generazionale
Ed è sempre il deputato Durigon a spiegare le motivazioni per cui l'esecutivo ha scelto la strada del pensionamento anticipato attraverso la famigerata Quota 100. L'obiettivo, infatti, consiste nel favorire il cosiddetto ricambio generazionale soprattutto nella Pubblica amminsitrazione. "Con il pensionamento anticipato- spiega Durigon, si potrà dare posto ai più giovani.
Una scommessa ancora da verificare".
Con il meccanismo di Quota 100, viene garantita una copertura previdenziale a partire dai 62 anni unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi senza alcuna penalizzazione: con tale ipotesi, circa 492 mila lavoratori potranno lasciare il lavoro e le casse statali dovranno sostenere un costo di circa otto miliardi di euro.
Nel pubblico impiego, sono previste più di 150 mila uscite all'anno; un'ottima opportunità per dare spazio a nuove assunzioni soprattutto fra le giovani generazioni che hanno un costo inferiore rispetto ai lavoratori più anziani.
Sempre come riportato da "Il Corriere della Sera", i costi per l'approvazione della misura ammonterebbero a circa 8-8,5 miliardi di euro per il primo anno di applicazione per poi aumentare di circa 1 miliardo negli anni a venire. Intanto, allo studio del Governo, anche il blocco dell'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita che congelerà l'aumento dei requisiti previsto dalla Legge Fornero.