Ancora ben chiara nella memoria, soprattutto dei lavoratori, la lunga trattativa che ha portato, dopo anni di blocco, al rinnovo del contratto in tutti i comparti della Pubblica Amministrazione. L’anno 2018 infatti sarà ricordato come quello in cui è stato elargito, come dicevamo, dopo anni di blocco salariale, un aumento di stipendio per il pubblico impiego. L’ultimo rinnovo ha abbracciato il triennio 2016-2018, tanto è vero che oltre all’aumento di stipendio, i lavoratori della Pubblica Amministrazione hanno ricevuto quest’anno anche un arretrato una tantum per il biennio precedente (2016-2017).
Dopo una famosa sentenza della Corte Costituzionale che sancì l’incostituzionalità della mancata perequazione degli stipendi voluto dalla legge Fornero, l’ultimo governo Gentiloni ha portato a termine il rinnovo, la cui trattativa si è dilungata perché la piattaforma dell'accordo con i sindacati è caduta nell’arco temporale della riforma della Pubblica Amministrazione completata dall’ex Ministro Madia. Quella che molti hanno considerato una autentica anomalia sta nel fatto che il nuovo contratto è già prossimo alla scadenza, fissata infatti al 31 dicembre 2018. Necessario quindi provvedere ad aprire un nuovo tavolo di discussione tra governo e parti sociali. Al riguardo, la novità consiste nel fatto che nella prossima Legge di Bilancio l’esecutivo Conte sembra intenzionato a stanziare 3 miliardi di euro al capitolo "Rinnovo contratto Pubblica Amministrazione".
Questo è quanto trapela dalle indiscrezioni sulla prima bozza di manovra ed è e riportato da molte agenzie di stampa e giornali, con in prima linea “Il Messaggero”.
Dotazioni importanti sul tavolo
Il nuovo contratto sarà come sempre triennale, con decorrenza 2019 e scadenza a fine 2021. Le cifre dell'aumento stipendiale e la decorrenza degli scatti sono in via di definizione.
Solo a manovra di bilancio confermata, infatti, ci potrà essere un quadro più chiaro della base di partenza di questa trattativa. Intanto le cifre generali, cioè i 3 miliardi sono una dotazione di tutto rispetto. Nello specifico, la bozza prevede che gli oneri posti a carico dello Stato per la partita del rinnovo del contratto degli statali saranno di un miliardo e 50 milioni per il 2018, un miliardo e 75 milioni per il 2020 ed un miliardo e 125 milioni per il 2021.
Viene previsto che dotazioni analoghe, anno per anno, debbano essere messe in campo anche da Comuni e Regioni nel meccanismo di autonomia degli enti locali. Soldi che si aggiungeranno a quelli messi a bilancio dallo Stato centrale.
I tempi della trattativa
Secondo il Messaggero, appare plausibile che i primi inviti alle parti sociali per dare il via alla trattativa, arrivino già la settimana prossima affinché la piattaforma venga aperta immediatamente dopo l’approvazione della manovra di Bilancio. Il rinnovo partirà dal 2019 e nel periodo che precederà la classica fumata bianca, con la sottoscrizione del contratto da parte di governo e sindacati, agli statali dovrebbe essere garantito un aumento di retribuzione grazie alla "vacanza contrattuale", l'incremento che viene erogato durante i periodi di vuoto contrattuale.
Solo ad aprile, molto probabilmente, si dovrebbero ufficializzare gli incrementi tabellari di stipendio. Infine, quasi certamente nella fase di trattativa, verrà prorogato l’elemento perequativo per consentire ai lavoratori delle fasce retributive più basse di percepire gli aumenti promessi dal governo compensando il parziale venir meno del credito d'imposta degli 80 euro.