Tito Boeri, durante una audizione in Commissione Lavoro della Camera, ha asserito che quota 100 potrebbe causare la perdita significativa di un importo sull'assegno pensione fino al 21% della somma totale, questo è stato quanto riportato dal quotidiano Il Sole 24 ore. A lasciare il lavoro anticipatamente, inoltre, stima ancora Boeri, saranno “poco meno di 400mila lavoratori”. Un numero, ragiona ancora, limitato dalla norma che prevede il divieto di cumulo reddito-Pensioni e che costituisce “un deterrente”, almeno per alcuni, al pensionamento.

Pensioni e quota 100: decurtazioni sull'assegno

Chi sceglierà di andare in pensione prima perderà una percentuale legata anche agli anni di contribuzione: per chi ne ha versati 42, ad esempio, perderà solo il 2%. A riferire le dichiarazioni di Boeri è stata l'agenzia Ansa, ripresa in seguito dai principali organi d'informazione digitali in Italia.

La tesi esposta da Boeri non è piaciuta al M5S che non ha mancato di esprimere il suo dissenso verso quanto detto dal presidente Inps, così come riportato sul quotidiano Corriere della Sera. A rendere più significativa la decurtazione dell'assegno pensione per chi opterà di beneficiare di quota 100 sarà l'applicazione del metodo contributivo con quello retributivo unito ai mancati versamenti per uscita anticipata dal mondo del lavoro.

Secondo alcune simulazioni fatte da Repubblica, un lavoratore con 38 anni di contributi e 62 anni d'età invece di prendere un assegno di euro 1.778 ne prenderebbe uno da 1.442 con la Quota 100.

Le riduzioni sull'assegno: le motivazioni principali

I 5 anni in meno di contributi versati perché si lascia il lavoro prima sono un parametro che secondo Boeri non è stato calcolato dal governo nello stillare la manovra.

Un dipendente pubblico che guadagna circa 40 mila euro l'anno potrebbe quindi avere una decurtazione significativa sull'assegno pensione. L'uscita dal mondo del lavoro anticipata di 5 anni rispetto a quanto stabilito dalla legge Fornero causerebbe una minore somma di contributi versati con conseguente diminuzione dell'assegno pensione.

Non resta che si attendere la votazione della Legge in Parlamento prevista entro il 20 ottobre. Ormai da circa sette anni le Pensioni sono un cruccio per molti italiani. Dopo l'approvazione della legge Fornero diversi italiani di mezza età si sono trovati impossibilitati a lavorare, senza reddito e soprattutto senza pensione fino spesso ai 67 anni d'età (i cosiddetti esodati).