La politica, in Italia, è disgiunta su molti argomenti tranne che sulla necessità di aumentare gli stipendi degli italiani e in particolar modo di incrementare al più presto e di parecchio gli emolumenti di chi insegna nelle nostre scuole. Su questo tema si sono espressi all'unanimità sia gli esponenti di maggioranza che quelli di opposizione che in Parlamento hanno dichiarato che è necessario, da subito, cancellare l’attuale differenza che esiste fra i compensi che percepiscono gli insegnanti italiani e i colleghi degli Stati avanzati europei e per lo stesso numero di ore di lezione, come è risultato da un rapporto annuale sui salari degli insegnanti in Europa trasmesso di recente.

Le ultime iniziative sul tema

Citiamo le ultime iniziative sul tema ricordando quelle di Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro, che ha dichiarato di volere, a nome del Governo, incrementare i salari dei docenti affinché siano equipararti a quelli di chi svolge la stessa professione nei Paesi europei. Simona Vietina, deputata di Forza Italia, ha depositato, pochi giorni addietro, la proposta di legge per lo stesso fine, controfirmata da altri onorevoli fra i quali D’Attis, Ruffino, Russo, Mulè, Spena e Fiorino. Sulla manovra di fine anno, nel Documento di economia e finanza, si prevede un massimo di una ventina di euro per la perequazione, come assicurato dal Partito democratico, ma solo per il 2018; in tal modo non ci saranno riduzioni su 85 euro medi erogati lo scorso aprile; alcuna risorsa aggiuntiva è, invece, prevista per l’Indennità di vacanza contrattuale.

Le dichiarazione del presidente dell'Anief

Il presidente dell' Anief nonché segretario confederale Cisal, Marcello Pacifico, ha dichiarato che sarebbe bene che i membri del Parlamento fossero coerenti su quanto auspicato e che si mettano al lavoro immediatamente affinché siano attuati realmente gli aumenti di stipendio ai docenti. Anche il vice presidente del Consiglio ha parlato degli stipendi degli insegnanti da equiparare a quelli europei perché troppo bassi.

L'Anief, parallelamente ai parlamentari, continua la propria battaglia in tribunale dove verranno presentati, in modo gratuito, dei ricorsi, per far si che tutti coloro che operano nella Scuola possano ottenere il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale per il periodo 2015-2018, che non è stato aggiornato dal mese di settembre del 2015, oltre che reclamare migliaia di euro per gli arretrati che non sono stati corrisposti in maniera adeguata lo scorso aprile. Per chi lavora nella Pubblica Amministrazione e vorrebbe fare ricorso contro gli aumenti stipendiali esigui, può richiedere il modello di diffida online presso la segreteria dell'Anief.