"Lo Spread a 320 punti non può essere sostenuto troppo a lungo in quanto crea un problema al sistema bancario", lo sostiene il ministro dell'Economia e delle Finanze Giovanni Tria dopo la bocciatura della nuova manovra finanziaria da parte della Commissione Europea. L' economista, allora, potrebbe dare il via alla rimodulazione della quota 100 riducendo le finestre trimestrali da 4 a 2 anche se la cosa potrebbe creare disagi per l'uscita degli statali.

Tria pronto a rimodulazione della Quota 100

Il famigerato meccanismo della Quota 100, infatti, non convince i tecnici di Bruxelles che chiedono una modifica sostanziale alla Legge di Stabilità a margine dell'approvazione in Parlamento.

I costi derivanti dalla misura volta a cambiare la precedente Riforma Fornero ammonterebbero a circa 6,7 miliardi di euro con un deficit del Pil pari al 2,4% che, stando al parere dell'Unione Europea, potrebbe essere insufficiente per coprire l'intera spesa e per attuare i provvedimenti in campo previdenziale e fiscale. Stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Messaggero", il ministro dell'Economia Tria sarebbe pronto a riconoscere che lo Spread salito a 321 punti non può essere sostenuto a lungo. Anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e il ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi si sono detti pronti ad intervenire in caso di necessità.

Salvini: 'Nessun passo indietro'

Lo Spread viene temuto anche al Viminale. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, infatti, ha espressamente dichiarato: "Ascolteremo tutti, nessuno però ci farà tornare indietro", lasciando intendere che il Governo non farà alcun dietrofront sulla manovra finanziaria. Intanto lo stesso ministro dell'Economia si è dimostrato favorevole ad una rimodulazione del meccanismo della Quota 100 senza però il consenso dei due Vicepremier Salvini e Di Maio.

Il Mef, dunque, potrebbe mettere in campo il piano di emergenza consistente nel ridurre le quattro finestre previste a partire dal prossimo aprile 2019 per l'accesso al pensionamento anticipato con lo scopo di contenere i costi derivanti dalla misura previdenziale. In questo caso, le finestre trimestrali diventerebbero due e i dipendenti della Pubblica Amministrazione sarebbero i primi a rimetterci.

Per loro, infatti, l'uscita potrebbe slittare a giugno perché sarebbero costretti a dare un preavviso di pensionamento almeno tre mesi prima dalla richiesta di uscita anticipata, come richiesto alcuni giorni fa dal Ministro della PA Giulia Bongiorno. Il ministro Tria sembra concentrato anche sulla rimodulazione del cosiddetto reddito di cittadinanza: staremo a vedere.