Nel testo della Legge di Bilancio, in via di approvazione definitiva, è inserito il riconoscimento di un nuovo aumento di stipendio per i dipendenti statali e, quindi, anche per gli insegnanti a partire dal mese di aprile del 2019.
Indennità di vacanza contrattuale
Dal testo si evince il riconoscimento della cosiddetta "indennità di vacanza contrattuale" bloccata da circa tre mesi, della quale, per tale ragione, non esiste più la voce nel cedolino stipendiale. La percentuale spettante dovrebbe consistere nello 0,42 per cento dello stipendio tabellare a partire dal primo aprile del 2019 fino ad arrivare allo 0,7 per cento dal primo luglio dello stesso anno nel caso non fosse rinnovato il Contratto nazionale di lavoro entro il primo gennaio del prossimo anno.
L'aumento si riferisce, comunque, alle sole voci stipendiali e non all'intero importo della retribuzione. L' incremento, quindi, dovrebbe essere di 8 euro dal primo aprile 2019 arrivando a circa 14 euro nel mese di luglio 2019. Naturalmente questi aumenti si riferiscono alla mancata firma di un nuovo contratto di lavoro e se, nel frattempo, l'accordo fosse firmato ed approvato, la somma e l'elemento perequativo sarebbero assorbiti.
Aumenti mensili fino a 40 euro
Questi aumenti potrebbero arrivare nel 2021 alla somma di circa 40 euro netti al mese che viene considerata, a giusta ragione, modestissima. Complessivamente la cifra si aggirerà sui 500 euro lordi annuali. Il seguente aumento mensile di 40 euro è addirittura la metà di quello del recente rinnovo del contratto che, come rammentiamo, è stato di 85 euro medi al lordo.
Per gli incrementi stipendiali, comunque, non sono ancora stati reperiti i fondi.
Di Maio: più soldi tassando petrolieri
Ma dove verranno reperiti gli stanziamenti affinché questi aumenti vengano corrisposti ai dipendenti pubblici? Secondo Il Ministro dello Sviluppo Economico, Lavoro e Politiche Sociali, nonché Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Luigi Di Maio, le risorse per aumentare gli stipendi ai dipendenti pubblici sarebbero reperibili tassando, secondo talune proposte avanzate, i petrolieri.
Infatti la Legge di Bilancio prevede un intervento sulle esenzioni fiscali ai produttori di petrolio, ma anche una manovra per ridurre le cosiddette "pensioni d'oro" tagliando quelle al di sopra dei 4.500 euro netti mensili. Il Vice Premier lo ha dichiarato lo scorso settembre sul suo profilo Instagram rispondendo ad una domanda di un cittadino circa il reperimento delle risorse in grado di incrementare gli emolumenti ai lavoratori della Pubblica amministrazione.