I lavoratori che decideranno di andare in pensione usufruendo della Quota 100 dovranno mettere in conto una penalizzazione che può arrivare fino al 34% dell’assegno mensile. I dati sono stati resi noti dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) che, nel corso dell’audizione odierna sulla manovra, ha illustrato la simulazione effettuata utilizzando i darti Inps. La verifica ha infatti dimostrato che lasciando il lavoro grazie al raggiungimento dei requisiti previsti da Quota 100, un taglio della pensione sarà inevitabile e sarà proporzionato agli anni di anticipo rispetto ai requisiti della legge Fornero.
Penalizzazione Quota 100, pensioni ridotte dal 5 al 34%
Quando il presidente dell’Inps, Tito Boeri, fece sapere che, in base ai calcoli dell’istituto previdenziale, la Quota 100 avrebbe comportato sostanziosi tagli alle Pensioni, immediate furono le smentite provenienti dal Governo, in particolare dal vicepremier Matteo Salvini, che si affrettò a precisare: “Non ci sarà nessuna penalizzazione”. Ora, questi stessi calcoli sono stati confermati fa una fonte al di sopra di ogni sospetto di partigianeria come l’Ufficio Parlamentare di Bilancio che ha presentato una tabella secondo la quale chi anticiperà la pensione di un anno grazie a Quota 100 subirà un taglio dell’assegno del 5,06%. La penalizzazione crescerà in proporzione man mano che aumenteranno gli anni di anticipo fino a raggiungere il 34,17% per chi, nel 2019, lascerà il lavoro sei anni prima rispetto al raggiungimento dei requisiti fissati dalla legge Fornero.
Il taglio, spiega l’Upb, è l’inevitabile conseguenza dei minori contributi versati a seguito dell’uscita anticipata e non viene compensata neanche dal fatto che la pensione sarà percepita per un numero maggiore di anni. Infatti, confrontando i due ipotetici scenari di Quota 100 e della Riforma Fornero, le somme complessive percepite sarebbero comunque minori nel primo caso di una percentuale variabile dallo 0,58 all’8,65%.
Probabilmente, solo la metà degli aventi diritto chiederà l’uscita anticipata
La simulazione di Upb si spinge ad ipotizzare che, proprio in virtù della pesante penalizzazione, è probabile che solo una metà dei 437 mila lavoratori che matureranno i requisiti di Quota 100 nel 2019 decideranno di usufruire di questa possibilità.
Una percentuale che porterebbe a pensare quasi ad un flop annunciato della misura anche se, a ben guardare i numeri della manovra, è probabile che siano proprio queste le cifre prese in considerazione dal governo. Infatti, dai dati Upb risulta che se tutti gli aventi diritto decidessero di anticipare la pensione con Quota 100, l’esborso per le casse dello Stato sarebbe di 13 miliardi di euro, mentre la cifra stanziata nella legge di Bilancio è di 6,5 miliardi. La metà, appunto.