La manovra finanziaria è stata modificata e sulle due misure principali che restano quota 100 e reddito di cittadinanza la spesa prevista per il 2019 scende di 4 miliardi. Per il capitolo Pensioni e quindi per quota 100 ci sono 2 miliardi in meno per il 2019, cioè si scende dai 6,7 miliardi inizialmente stanzianti, agli attuali 4,7. Tagli obbligati per evitare ulteriori strappi con la Commissione Europea e per ottenere il via libera alla manovra. Alla consueta trasmissione di LA7 condotta da Giovanni Floris, “Di Martedì”, ieri sera si parlava anche di quota 100 ed un servizio abbastanza eloquente sottolineava alcuni aspetti ormai confermati della misura.
Quando si parte?
Quota 100 partirà nel 2019, con i primi assegni che saranno erogati ad aprile. Il ritardo nel dare il via alla decorrenza dei primi assegni pensionistici da quotisti è il primo vincolo che consentirà al governo di limitare le spese per la misura. Quota 100 infatti fin dall’inizio del suo varo si è dovuta scontrare con inevitabili problemi di cassa. La spesa pensionistica deve essere per forza di cose contenuta ed anche se i soggetti del governo vicini al dossier pensioni continuano a parlare di misura senza penalità e senza riduzioni di platea, i numerosi vincoli immessi nel meccanismo spingono proprio a prevedere un numero di optanti inferiore alle attese. La misura non è obbligatoria, cioè resta al lavoratore scegliere se utilizzare il nuovo canale di uscita o se lasciar perdere.
Quota 100 sarà una valida alternativa alle attuali regole Fornero, ma come sottolinea il servizio andato in onda ieri sera su LA7, i potenziali destinatari dovranno non farsi scoraggiare da evidenti limitazioni.
Come andare in pensione
Prima di tutto, la misura è diventata l’apriscatole all’ingresso di quota 41 per tutti, cioè della nuova pensione di anzianità che da tempo il Ministro dell’Interno Salvini ha assunto a suo cavallo di battaglia.
In effetti la quota 100 avrà validità triennale, cioè dal 2019 al 2021. Nel 2022, stando alle ipotesi più gettonate ed alle dichiarazioni dei rappresentanti della maggioranza di governo, si dovrà varare la quota 41. Su quota 100 il meccanismo è confermato in tutto, con due soglie minime da centrare per quanto riguarda età e contributi, con le finestre di accesso e con il divieto di cumulo.
Penalizzazioni non ce ne sono, anche se ci sarebbe da fare i conti con una pensione più bassa perché uscendo prima si andranno a versare meno anni di contributi e i versamenti saranno trasformati sulla base di coefficienti meno favorevoli proprio perché si esce dal lavoro prima.
Si andrà in pensione solo se si hanno almeno 38 anni di contributi versati e solo se si raggiungono almeno i 62 anni di età. Soggetti più giovani o con meno anni di contributi versati sono fuori dalla misura. La struttura di quota 100 prevede le finestre di uscita, con la prima che cadrà a febbraio. Finestre trimestrali per i lavoratori dipendenti e semestrali per i lavoratori pubblici. Una platea potenziale di circa 350mila soggetti, questo il conto massimo che prevede il governo in termini di nuove pensioni erogate con la quota 100.
Se il numero di richiedenti sarà superiore alle attese e quindi se i conti dell’esecutivo risulteranno erronei, nella misura entra un clausola che potrebbe far slittare ancora di 3 mesi le finestre previste. Su questo mancano le conferme, ma stando alle indiscrezioni si potrebbe passare in corso d’opera a finestre semestrali nel settore privato e di 9 mesi nel Pubblico Impiego.
Ultimo paletto ma non meno importante e deterrente è quello del divieto di cumulo tra redditi. Il neo pensionato con la quota 100 non potrà arrotondare la pensione con redditi da lavoro dipendente o autonomo fino al raggiungimento dei 67 anni di età, cioè fino a quando avrà consumato l’anticipo di pensione ottenuto rispetto alla pensione di vecchiaia.
Si potrà cumulare solo il reddito da lavoro autonomo occasionale e fino alla soglia di 5.000 euro all’anno. In pratica, chi avrebbe voluto sfruttare la quota 100, uscendo relativamente giovane dal lavoro, per dedicarsi ad altro, non potrà farlo senza incappare nella sospensione della prestazione.