Un dato ormai chiaro è che la manovra di Bilancio per ottenere l’ok da parte della Commissione Europea deve essere ritoccata. Le due misure più importanti su cui si regge la manovra e forse anche il gradimento di Movimento 5 Stelle e Lega nei confronti dell’opinione pubblica sono pensione con quota 100 e reddito di cittadinanza. Misure costose che probabilmente hanno spinto il governo a varare una manovra sforando il deficit. Proprio questo sforamento adesso è da ridurre, almeno secondo gli appunti mossi da Bruxelles, perché dal 2,4% si deve scendere al 2,1%.
Intervenire su quota 100 potrebbe essere una soluzione, ma come si fa a risparmiare su questa misura che insieme a opzione donna è stata coperta da 6,7 miliardi di dotazione in legge di Stabilità? Alberto Brambilla, noto tecnico previdenziale, presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali ha prodotto una sua particolare modifica alla struttura di quota 100. Una riformulazione che consentirebbe di contenere la spesa per la misura, a scapito però della platea di potenziali beneficiari.
La spesa scende sensibilmente
Alberto Brambilla, notoriamente vicino a Salvini ed alla Lega, ha studiato un piano per quota 100 che consentirebbe solo a coloro che hanno il doppio vincolo anagrafico e contributivo, centrato al 31 dicembre 2018.
Va ricordato infatti che la misura prevede due soglie di accesso fissate a 62 anni di età ed a 38 di contributi previdenziali versati. Sono le soglie minime da raggiungere per poter rientrare nel perimetro di applicazione della misura così come è oggi. In pratica, niente quota 100 per chi centra i requisiti nel 2019 con un netto taglio di destinatari della misura e con ingenti risparmi in termini di spesa pubblica.
Basti pensare che secondo i calcoli dell’esperto di previdenza, si manderebbero in pensione “solo” 150mila lavoratori nel 2019. Nel 2020 poi, la misura pensionerebbe altri 100mila lavoratori, con una spesa globale di 5,3 miliardi di euro, spalmata sul biennio.
Come funziona questa riformulazione dello strumento
Requisiti centrati entro la fine dell’anno in corso dicevamo, ma non solo, perché la soluzione di Brambilla prevede un altro vincolo molto pesante.
Infatti, la possibilità di quiescenza con quota 100 verrebbe data a coloro che chiudono i requisiti nel 2018, ma solo se 62+38, 63+ 38 e così via, sono stati centrati da almeno 2 anni. Per questi soggetti si aprirebbe la porta alla quiescenza già il prossimo aprile, lasciando aperte diverse soluzioni per completare il doppio vincolo. In pratica, in pensione chi si trova a 64 anni di età, oppure chi ha 40 anni di contributi. Una riformulazione vera che prevede scaglioni successivi, perché dopo i primi con 24 mesi di “anzianità di quota 100”, la pensione da quotisti sarebbe possibile per chi ha centrato il doppio requisito da 18 mesi e poi a scalare fino al completamento della platea di beneficiari.