Serviranno circa 280 milioni di euro all’anno, ma si tratta di cifre che non graveranno sui conti pubblici perché identiche a quelle spese per pagare le ditte vincitrici di appalto. Un emendamento alla manovra finanziaria, già passato in commissione, prevede lo stop alla concessione a ditte esterne alla scuola, dei servizi di pulizia. Dal 2020, come sottolinea un articolo de Il Fatto Quotidiano, le pulizie in tutti gli istituti scolastici della nostra penisola saranno effettuati dal personale interno. Una operazione che, senza costi aggiuntivi per le già precarie casse statali, potrebbe avere ottime ricadute in termini di occupazione.

Ecco tutto ciò che cambia e cosa succederà con quanto prevede il nuovo emendamento.

Gli appalti esterni non sono stati un fenomeno positivo

È da quasi 20 anni che nel mondo della Scuola spesso si ricorre a ditte esterne per effettuare le operazioni di pulizia quotidiane. Una trovata che mirava a migliorare questi servizi, producendo efficienza e risparmi in termini di spesa pubblica. Ad oggi si contano circa 4.000 istituti in tutta Italia che affidano all’esterno i servizi di pulizia. La maggior parte, secondo le statistiche e secondo l’articolo del quotidiano, sono al Sud (la Campania al primo posto). Evidentemente qualcosa non ha funzionato, perché negli anni sono stati rilevati non pochi problemi per le gare di appalto e, soprattutto, per il trattamento che i lavoratori di queste ditte subivano a partire dagli stipendi.

Sono gli ex lavoratori socialmente utili, ma anche disoccupati e cassaintegrati, coloro che sono stati spesso dirottati in queste ditte quando si decise di privatizzare il servizio di pulizia nelle scuole. Il problema è che, dei soldi che lo Stato girava a queste ditte, solo una minima parte finiva nelle tasche di questi lavoratori, assunti con contratti part time e spesso sottopagati.

La maggior parte dei soldi veniva spesa per l’acquisto di materiale di pulizia e per costi accessori come quelli per le gare di appalto e spesso di subappalto. Anche ipotetici tagli che molti governi avevano minacciato di applicare ai fondi erogati per questa esternalizzazione del servizio, si sono sempre scontrati con la minaccia da parte delle ditte di ridurre il personale.

Senza considerare che anche le gare di appalto sono state oggetto di pratiche spesso poco trasparenti, prima con affidamenti diretti e poi con l’utilizzo della Consip. Modalità di appaltare che sono state duramente contestate dalla UE e poi anche dall’Antitrust che ha rivelato la nascita di un vero e proprio cartello tra le ditte che partecipavano alle gare, per spillare più soldi possibili allo Stato, senza positivi ritorni per i lavoratori.

L’emendamento

La proposta, che ripetiamo, ha già oltrepassato gli step delle commissioni, è a firma del Movimento 5 Stelle e mira a stabilizzare ed assumere almeno 12mila nuovi dipendenti pubblici. In pratica, dal 1° gennaio 2020, secondo l’emendamento, sarà fatto obbligo alle istituzioni scolastiche di utilizzare solo personale interno per i servizi di pulizia.

Evidente che ci sarà necessità di ampliare l’organico Ata, nello specifico quello dei collaboratori scolastici. Per farlo saranno banditi dei concorsi che per evitare spiacevoli situazioni per gli ex Lsu, saranno dedicati proprio a loro, in modo tale che dopo anni di precariato, possano essere finalmente stabilizzati.