Secondo quanto è possibile leggere ne Il Messaggero di ieri, l'assegno pensione calcolato con quota 100 diverrebbe vantaggioso, ma solo dopo vent'anni. Questo lasso di tempo viene indicato facendo riferimento in realtà ad un altro dato. Secondo le ricerche Istat, si stima che la media della vita nel nostro paese sia di 86 anni. Con la pensione di vecchiaia si potrebbe essere collocati a riposo a 67 anni di età: la differenza fra 86 (durata media della vita in Italia) e 67 (requisito anagrafico necessario per la pensione di vecchiaia) è di 19 anni.

Proprio per questo, il dato dei 20 anni, viene indicato come lasso di tempo secondo il quale, la pensione percepita avendo beneficiato di quota 100, risulta più vantaggiosa. Vediamo più nel dettaglio

Q100: più vantaggiosa dopo 20 anni

Se ci atteniamo a quanto riportato nella nostra fronte principale, Il Messaggero, è possibile appurare che l'assegno pensione percepito con quota 100 diviene più vantaggioso dopo il ventesimo anno. Ricordiamo che chi decide di uscire dal mondo del lavoro avvalendosi di questa riforma sperimentale, avrà sia dei pro che dei contro: nel primo caso l'assegno pensione verrà percepito per più tempo; nel secondo l'assegno avrà un importo minore. Tale decurtazione non va imputata come una restrizione imposta dalla riforma stessa, ma ricollegabile al numero di contributi versati in meno.

Uscendo dal mondo del lavoro avvalendosi di quota 100, si sarà collocati a riposo fino a 5 anni in anticipo rispetto ai criteri imposti dalla legge Fornero. Con quota 100, infatti, si potrà uscire dal mondo del lavoro già a 62 anni, mentre con la legge Fornero sarà necessario aspettare di averne compiuti 67.

Q100: aumentano le uscite

Secondo i dati riportati dal sito ANSA, è possibile evincere che grazie a quota 100 e al blocco delle adeguamento delle aspettative di vita nel 2019 ci saranno 290 mila pensionamenti in più. Si stima, inoltre, che circa 102 mila saranno dipendenti privati mentre 100.000 saranno quelli pubblici ed, infine, le ultime 88 mila unità sono rappresentate dai lavoratori autonomi.

L'mpatto sui costi che le casse dello Stato, e conseguentemente dell'INPS, dovranno sostenere per garantire l'erogazione mensile della pensione sarà senza dubbio molto alto. Ciò potrebbe portare ad un turn over generazionale, ovvero a tanti pensionamenti dovrebbero corrispondere altrettante assunzioni. Questo sarebbe anche uno degli obiettivi che l'esecutivo giallo-verde si è posto nel formulare i requisiti di quota 100: garantire lavoro ai giovani occupati o disoccupati ridando il diritto alla pensione a chi ha lavorato una vita.