Con la bozza del decreto che è finalmente al vaglio è possibile riportare alcune informazioni in materia del tema Pensioni. Facciamo riferimento, ad esempio, alla proroga di Opzione donna: questa opzione per uscire dal mondo del lavoro è stata introdotta dalla Legge Maroni n° 243/04 e sarà prorogata anche per l'anno in corso. Non da meno viene confermata per il 2019 la proroga anche dell'Ape Sociale e verrà introdotto il regime sperimentale quota 100 per un periodo di tre anni. Si stima che i beneficiari di questa forma di pensionamento saranno circa 315 mila, di cui il 40% dipendenti pubblici.

Quota 100 e pensioni anticipate

All'interno della bozza del decreto c'è, dunque, anche quota 100, fortemente voluta dal leader del Carroccio, Matteo Salvini. Sono necessari almeno 62 anni di d'età anagrafica e 38 anni di contributi per poterne beneficiare. Per il triennio 2019-2021 si potrà andare in pensione con questa misura e si potranno cumulare in modo gratuito i versamenti a casse previdenziali diverse. C'è invece un divieto di cumulo per quanto riguarda redditi di lavoro con il reddito da pensione: chi beneficia di quota 100 non potrà avere ulteriori guadagni se questi superano i 5 mila euro all'anno. Sono state previste diverse finestre per potere accedere a quota 100: i lavoratori privati avranno una decorrenza di tre mesi, quelli pubblici di 6.

I lavoratori privati potranno già beneficiarne ad aprile, quelli del pubblico dovranno attendere il settimo mese del 2019. Il trattamento di fine servizio verrà erogato ai dipendenti pubblici quando raggiungono i requisiti della pensione di vecchiaia.

Ape sociale ed opzione donna

Il governo ha confermato anche l’Ape sociale e il regime sperimentale Opzione donna.

L'Ape sociale permette di uscire dal mondo del lavoro senza alcuna penalizzazione a determinate categorie disagiate di lavoratori quali disoccupati che hanno esaurito gli ammortizzatori da almeno tre mesi; chi si prende cura di un parente disabile con un grado di parentela di primo grado; invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%; lavoratori che da almeno sei anni svolgono una professione particolarmente impegnativa (operai edili, operatori ecologici, facchini, insegnanti di scuola dell'infanzia, infermieri organizzati su turni).

I sei anni si possono calcolare nell'ambito degli ultimi sette. Per Opzione Donna possono accedere le lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1959 e le lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1958, il requisito contributivo richiesto è di 35 anni.. L'assegno pensione verrà erogato con un importo calcolato con il metodo contributivo.