Quota 100, insieme al reddito di cittadinanza, rappresenta la misura di cui il governo Lega-Movimento Cinque Stelle va fiero. Il superamento della legge Fornero rappresentava una missione di cui l'esecutivo giallo-verde si era incaricato nel famigerato contratto di governo e oggi attraverso la misura opzionale che permette un pensionamento anticipato di quanti lo vogliano, permette un'uscita anticipata per chi intendesse sfruttare l'opportunità. Il prezzo di pagare, a quanto pare, però potrebbe non essere solo un assegno decurtato, ma secondo quanto rivela l'economista bocconiano Vincenzo Galasso ci sono altre possibili problematiche rispetto alla sostenibilità e al carico che si farà sui giovani.

Galasso avverte i giovani

Galasso, ospite di Omnibus su La 7, senza giri di parole manifesta le sue perplessità sulla misura previdenziale: "E' un provvedimento sbagliato nei confronti dei giovani". Il concetto base è raccontare che, a differenza di quanto dice Salvini, il sistema previdenziale si regge sui contributi versati da chi è all'interno del mercato del lavoro e ci sono grosse spese da sostenere qualora Quota 100 nella migliore delle ipotesi: "Ventidue miliardi in tre anni e quarantasette miliardi in dieci anni. "Sono d'accordo - prosegue Galasso - con Salvini quando dice che è importante dare libertà di andare in pensione, ma chi ci va prima deve pagare un piccolo costo.

L'esempio del lavoratore nato nel 1996

Galasso ad un certo punto prova a fare un esempio base per far capire ai meno tecnici cosa avverrebbe con Quota 100. Il modello che si prende è quello di un lavoratore che ha iniziato a lavorare nel 1996, in pieno regime previdenziale contributivo. "Versa contributi - dice Galasso - e nel corso del tempo vengono registrati, quando va in pensione l'ammortare dei contributi viene convertito in pensione.

Immaginando che abbia totalizzato 100, questo va diviso in vent'anni di possibile pensionamento, quindi cinque all'anno. Immaginando che scelga di andare in pensione un anno prima, avrà totalizzato 98. Il secondo effetto è che questa persona starà in pensione per ventuno anni, facendo la visione (98 diviso 21) verrà 4,7 e non dovrà ricevere più 5 come prima.

Questa sarebbe la cosa giusta da fare, per la quale sarei d'accordo con Salvini e lo sarebbero tanti economici". Si tratterebbe di un sistema, quello auspicato da Galasso, già visto con la riforma Dini, la nuova misura andrebbe in un'altra direzione: "Quota 100 vi dice andate un anno, due anni prima e prendete esattamente la stessa pensione. E' un regalo, un bonus, che facciamo a coloro che hanno più di sessant'anni".

"Una misura - chiosa Galasso - fortemente sbagliata nei confronti dei giovani, potrà creare solo qualche piccola sostituzione del pubblico se non fosse che il governo per il 2019 abbia bloccato il turn over della pubblica amministrazione".