Il superamento della Legge Fornero è uno dei punti del contratto a cui Lega e Movimento Cinque Stelle tenevano di più. Pur essendo due forze politiche fortemente eterogenee e da sempre lontane all'idea di potersi allearsi l'una con l'altra, riformare il sistema previdenziale è stato per entrambe un chiodo fisso portato avanti sin dalla campagna elettorale. Non a caso nella giornata di ieri sono arrivate parole di giubilo da parte di Luigi Di Maio e Matteo Salvini grazie all'adozione di Quota 100 che permette di dare un'opportunità di andare in pensione molto prima rispetto a quanto era previsto dalla legge Fornero.
Proprio la professoressa aveva evidenziato in un'intervista a La Stampa che la misura cambiava poco o nulla rispetto alle riforme introdotte dal governo Monti e che si trattava di un mero strumento di propaganda. L'ex ministro, è stata ospite di La 7 dove ha avuto un faccia a faccia con Claudio Durigon della Lega che, seppur in modo garbato e pacato, non si è tirato indietro dal tirargli qualche frecciata.
Durigon difende la possibilità di scegliere
Durigon, nel corso del suo intervento, ha inteso elogiare Quota 100 poiché dà la possibilità agli italiani che abbiano compiuto 62 anni e abbiano 38 anni di contributi di poter andare in pensione. Pur sottolineando che non è detto che tutti ci vadano, ha evidenziato che non si augura in alcun modo che ci siano poche adesioni poiché le risorse investite non tornano indietro per essere usate per altro.
Risponde alla critiche relative al fatto che andavano fatte politiche ad incrementare il lavoro, sottolineando che, in realtà, le strategie adottate vanno già in quell'ottica grazie all'auspicato ricambio generazionale dovuto ai pensionamenti anticipati: "Oggi era zero uscite e zero entrate. Saranno sicuramente più uscite e più entrate.
L'euforia che abbiamo avuto - sottolinea - non poteva essere vissuta dalla professoressa, perché noi abbiamo dato e non abbiamo tolto".
Durigon torna sul passato
Durigon ricorda quanto venne fatto dal governo Monti che si trovò a dover cambiare il sistema previdenziale dalla notte al giorno". "E' piombato sugli italiani il dover andare in pensione con cinque anni in più".
"Ricordo prosegue - quella famosa lacrima, perchè quel taglio fu davvero importante per gli italiani. Credo che oggi anche lei dovrebbe dire che finalmente cominciamo a ridare agli italiani la possibilità di lasciare prima il lavoro, con un'opzione e non con un obbligo".
"Quando - incalza Durigon - si parla che il lavoro si crea, è normale se una persona rimane al lavoro non si crea ricambio generazionale. Anche professori e statistici possono comprovare questo. Da quella lacrima voglio ripartire, da quando è stata fatta quella manovra in un momento storico per l'Italia. Oggi finalmente - conclude - gli ridiamo la possibilità di scegliere, anche lei dovrebbe essere contenta e propositiva verso questa nostra iniziativa".