Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 5 gennaio 2019 vedono emergere nuove richieste da parte dei sindacati in merito alla necessità di una convocazione al tavolo negoziale. Al centro delle rivendicazioni vi è il decreto riguardante la pensione anticipata tramite la quota 100 e gli altri interventi di flessibilità in avvio con la legge di bilancio 2019. Le parti sociali chiedono infatti di poter intervenire sulla questione prima che il decreto venga definito formalmente. Nel frattempo dall'opposizione emergono nuove critiche alle scelte di governo, soprattutto per quanto concerne le mancate rivalutazioni degli assegni ed il reddito di cittadinanza esteso agli stranieri, mentre l'esecutivo studia nuove soluzioni per il nodo delle liquidazioni pubbliche (attraverso un accordo con l'ABI in grado di garantire un prestito ponte) ed il cambio di governance in Inps ed Inail.

Proietti (UIL): nuova richiesta di convocazione sulla flessibilità

Dai sindacati prosegue il pressing sul governo per una convocazione che possa concretizzarsi prima della chiusura del decreto riguardante il nuovo pacchetto pensioni. Nella pratica, la richiesta è di dare seguito all'impegno già preso dal Presidente del Consiglio Conte. È in particolare il segretario confederale della UIL Domenico Proietti a fare il punto in merito ai nodi ancora da sciogliere: "quota 100 è un passo importante verso la reintroduzione di una flessibilità di accesso alla pensione. Contemporaneamente occorre garantire che 41 anni di contribuzione siano sufficienti per uscire dal mondo del lavoro. È doveroso valorizzare, ai fini contributivi, il lavoro di cura delle donne e la maternità, poi, è necessario prevedere meccanismi in grado di tutelare le future pensioni dei giovani".

Il sindacalista evidenzia, infine, che nel decreto bisogna comprendere anche la proroga dell'APE social, dell'opzione donna e l'ultima salvaguardia per gli esodati. Temi definiti come "importanti e sui quali il governo deve confrontarsi".

Ronzulli (Fi): verso saccheggio pensioni per reddito di immigrazione

Anche dall'opposizione prosegue il pressing verso il governo, in particolare rispetto ai mancati adeguamenti per gli assegni più bassi ed all'estensione del reddito di cittadinanza agli stranieri.

Un provvedimento che, secondo la Senatrice Licia Ronzulli (Fi), "non può certamente essere più chiamato così. Innanzitutto è un reddito di sudditanza perché i 5 stelle, invece di favorire le condizioni per lo sviluppo e il lavoro, hanno tutto l'interesse a fare in modo che ci siano milioni di disoccupati da tenere in ostaggio con la promessa di un sussidio.

Della serie: se mi voti ti do il sussidio, altrimenti no". Oltre a ciò, l'esponente di Forza Italia mette in evidenza il fatto che si tratti di "un reddito di immigrazione, perché andrà anche agli stranieri regolarmente residenti nel nostro Paese. Non solo quindi è una misura sbagliata nel merito, perché non incentiva il lavoro ma incentiva a restare seduti sul divano, ma è addirittura una beffa perché viene pagato agli stranieri saccheggiando le pensioni, il reddito e i risparmi degli italiani", conclude la parlamentare azzurra.

Con quota 100 rischio congelamento della liquidazione fino ad 8 anni

Nel frattempo, continuano ad emergere nodi tecnici da sciogliere in merito all'avvio dei pensionamenti anticipati tramite la quota 100.

Nelle ultime ore ha fatto molto discutere il caso dei lavoratori pubblici intenzionati ad aderire all'opzione, trovandosi di fronte il fatto di dover attendere per ricevere la liquidazione fino ad 8 anni di tempo. Il problema sarebbe dovuto alle leggi attualmente in corso, che vincolano l'erogazione del TFS e del TFR al raggiungimento dei requisiti di quiescenza previsti dalla Fornero, quindi per la pensione di vecchiaia o quella di anzianità. Il governo è allo studio sulla vicenda per garantire una liquidazione più breve ricorrendo al circuito bancario tramite un accordo con l'ABI, sebbene al momento non vi sia ancora un annuncio definitivo in tal senso. La soluzione potrebbe arrivare grazie ad un prestito ponte in favore del lavoratore, nel quale sarebbe lo Stato ad accollarsi il costo degli interessi.

In questo modo, il settore bancario potrebbe anticipare l'importo della liquidazione, che verrebbe poi saldato dalla pubblica amministrazione una volta raggiunti i termini previsti dalla legge.

Inps e Inail verso il commissariamento

Tra i temi al centro dell'attenzione dell'esecutivo torna anche la questione della Governance di Inps e Inail, due enti nei quali si intende ripristinare i consigli di amministrazione. Da quasi un decennio tutti i poteri sono invece accentrati nelle mani del Presidente, un processo di accorpamento e semplificazione deciso con l'ormai lontano governo Prodi. Il cambio di paradigma arriva, però, in un momento piuttosto complicato, anche considerando la mole di lavoro che si prospetta nel breve termine per l'avvio delle pensioni anticipate tramite la quota 100 e del reddito di cittadinanza.

Resta però il fatto che negli ultimi tempi le dichiarazioni del Presidente Inps Tito Boeri sono apparse anche molto distanti rispetto a quelle di area governativa, con alcuni scambi che hanno evidenziato profondo disaccordo. Non appare quindi una sorpresa il fatto che l'esecutivo stia pensando di portare un cambiamento profondo nel breve periodo, anche tenendo conto che la Presidenza dell'Inps è comunque in scadenza entro il prossimo mese di febbraio.