Al centro del dibattito pensionistico resta la bozza del decreto Pensioni che sta circolando in questi giorni (soprattutto sui social) e che continua a far parlare tutti, la notizia di maggior interesse oggi per le lavoratrici in attesa di sapere le sorti sulla proroga dell’opzione donna dal 2019, giunge da Il Sole 24 Ore. In un recente articolo si specifica come in extremis potrebbero rientrare nella misura anche le nate nel 1960, e non solo quelle del 58/59 come annunciato fino a ieri dallo stesso sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon.
Vediamo i dettagli ed il punto della situazione ad oggi.
Pensioni anticipate, opzione donna: dentro le nate nel 58/59/60?
Il Sole 24 Ore ha riacceso le speranze nella platea femminile interessata alla proroga dell’opzione donna. Se fino a ieri (stando anche alle parole di Durigon) potevano rientrare nella misura solo le nate nel 1959 se lavoratrici dipendenti e 1958 se autonome ora, in extremis, parrebbe che la versione del decreto abbia subito una modifica a favore delle donne nate nel 1960. Ragion per cui, sembrerebbe (il condizionale resta d’obbligo fino alla pubblicazione del decreto) che anche quante hanno compiuto i 58 anni entro il 31/12/2018 siano state ricomprese nella proroga e potranno dunque andare in pensione anticipata dal 2019, con il ricalcolo dell’assegno interamente con il sistema contributivo.
Pensioni 2019, le ragioni dell’ampliamento della platea e l’appello delle ultime escluse
La modifica concernente l’ampliamento di platea che dovrebbe concedere la possibilità di usufruire della proroga di opzione donna dal 2019 anche alle nate nel 1960 sarebbe stata possibile grazie a risorse non utilizzate l’ultimo anno per finanziare la misura di anticipo pensionistico.
Un bel regalo per molte donne, ma che diviene una beffa ancora più dura da digerire per talune, come ad esempio le iscritte al ‘Gruppo opzione donna le escluse’, che chiedono al Governo un ultimo sforzo, ossia di ricomprendere subito nel decreto la possibilità di una proroga, a partire dal prossimo anno, anche per le donne nate entro il 31 dicembre 1961.
Va ricordato che l’utilizzo di tale opzione di uscita dal mondo del lavoro per accedere in anticipo alla pensione comporta una riduzione dell’assegno netto superiore al 20% come conseguenza del ricalcolo contributivo dell’intero montante. Rimane il fatto che l'uscita anticipata tramite opzione donna resti una scelta volontaria e quindi chi vorrà usufruirne si farà prima i calcoli per stabilire se sia conveniente o meno in base alla propria situazione.