Comincia a diventare più chiaro il funzionamento del reddito di cittadinanza, la misura che il governo Conte avvierà probabilmente a primavera. La bozza del decreto che dovrebbe lanciare la misura è fuoriuscita e in essa ci sono alcune particolarità circa la misura di contrasto alla povertà che risulta essere uno dei provvedimenti più attesi. Un sussidio particolare rivolto a cittadini italiani o stranieri residenti in Italia che si trovano sotto la soglia della povertà. Un approfondimento del quotidiano torinese “La Stampa” mette in luce tutto quello che è necessario sapere su questo nuovo strumento.

Reddito di cittadinanza, a chi si rivolge?

Il reddito di cittadinanza sarà la misura unica di contrasto alla povertà che partirà ad aprile. Unica perché sostituirà anche il REI, l’attuale strumento di aiuto a soggetti e famiglie disagiate. Da aprile infatti, il reddito di cittadinanza dovrebbe iniziare la sua azione per una platea di circa 1,4 milioni di famiglie. Di questi, quasi 390mila sono soggetti con nucleo familiare formato da una sola persona. Oltre che da cittadini italiani, il reddito di cittadinanza sarà appannaggio anche di stranieri, ma con residenza continuativa in Italia da almeno 10 anni.

I requisiti

Potranno presentare domanda famiglie con un Isee al di sotto della soglia massima di 9.360 euro.

Non potranno presentare istanza soggetti con immobili intestati, oltre la casa di abitazione, anche a familiari co-residenti per valore cumulativo catastale superiore a 30mila euro. Per il patrimonio mobiliare invece, il tetto massimo di soldi in banca, cioè sui conti correnti, in buoni, libretti di risparmio carte ed altri strumenti finanziari è fissato a 10mila euro per una famiglia formata da due persone o 6mila euro per i single.

Importi del sussidio

Il reddito di cittadinanza durerà per massimo 18 mesi e sembra confermato che nel caso in cui il beneficiario trovi occupazione, il benefit verrà dirottato all'azienda che provvederà ad assumerlo, sotto forma di sgravi contributivi o fiscali. Nella bozza sembra prendere forma anche una probabile proroga di ulteriori 18 mesi per coloro che nel primo anno e mezzo di partecipazione al programma non vedranno migliorare la propria situazione di disagio.

Il sussidio erogato andrà ad integrare il reddito familiare fino a 500 euro al mese. Sono poi previsti importi maggiori per famiglie più larghe numericamente, con cifre fino a 1.050 euro al mese. Per famiglie o single con casa di abitazione integrazione che cresce di 280 euro al mese per arrivare agli ormai famosi 780 euro al mese che oltre ad essere importo strutturale del reddito di cittadinanza rappresenta anche la soglia di povertà che l’Istat certifica annualmente.

Fino a 100 euro in contanti

Il sussidio ormai è certo verrà erogato su una carta simile alla social card, una tessera magnetica sulla falsariga dei più comuni bancomat. Il prelievo di soldi in contanti però sarà calmierato a massimo 100 euro al mese.

Per le famiglie da due o più componenti, la somma prelevabile per contanti sarà innalzata secondo una scala di equivalenza fino a massimo 210 euro, sempre al mese. I soldi erogati dovranno essere spesi per beni di primaria necessità e in esercizi commerciali e farmacie italiane. Per i destinatari del reddito di cittadinanza agevolazioni anche per quanto concerne le tariffe elettriche e quelle del gas ad uso domestico. Per i beneficiari del sussidio, bisognerà firmare un patto di Lavoro, frequentando i corsi di formazione e di riqualificazione che i centri per l’impiego metteranno in atto per loro. Per i disagiati sociali invece entrerà in scena anche il servizio sociale di ogni comune che metterà in atto piani di re-inclusione per i beneficiari.

Obbligatorio inoltre svolgere almeno 8 ore di lavoro a settimana in servizi di pubblica utilità per il proprio comune ed accettare una delle tre proposte di lavoro congrue offerte dai Centri per l’Impiego. Le Offerte di lavoro saranno entro i 100 Km dal paese di residenza del beneficiario ma solo per i primi 6 mesi di fruizione del sussidio. Nei secondi 6 mesi invece potrebbero arrivare proposte, anche in questo caso non rifiutabili, entro i 250 Km da casa. Per gli ultimi 6 mesi invece, le proposte di lavoro, per essere considerate congrue, non avranno limiti territoriali.