Sarebbe già pronto il decreto che introduce le Pensioni Quota 100 e il reddito di cittadinanza, due dei provvedimenti simbolo del contratto di governo stipulato tra la Lega di Matteo Salvini e il Movimento 5 stelle guidato da Luigi Di Maio. La versione definitiva del decreto dovrebbe arrivare domani dopo un confronto difficile all’interno della maggioranza. Il testo potrebbe essere approvato quindi nel corso della settimana. Già dal prossimo mese di aprile chi si trova in una situazione di povertà potrà richiedere il reddito di cittadinanza sottoscrivendo un patto per il Lavoro che obbliga alla formazione e all’accettazione di congrue offerte di lavoro.

Sul fronte delle pensioni, sempre a partire da aprile, chi ha raggiunto 62 anni di età e 38 anni di contributi potrà accedere al trattamento pensionistico in anticipo rispetto a quanto attualmente previsto dalla tanto contestata legge Fornero.

Quota 100 valida per tre anni

Introdotta in via sperimentale, come l’Opzione donna e l’Ape social e volontaria, la formula Quota 100 sarà valida per tre anni: 2019, 2020 e 2021. In questo triennio si potrà accedere anticipatamente al trattamento previdenziale con 62 anni di età anagrafica e almeno 38 di anzianità contributiva. Quindi non si tratta di una Quota 100 liberamente modulabile come originariamente previsto dal governo gialloverde e come previsto in un ddl presentato dalla Lega nella scorsa legislatura.

La Quota 100 non potrà essere cumulata sino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia attualmente richiesti dalla legge Fornero a meno che non si tratti di lavoratore autonomo occasionale entro i 5mila euro all’anno. Non solo la Quota 100, altre le novità in arrivo in materia pensionistica.

Pensioni anticipate

I lavoratori che hanno maturato 43 anni e un mese di anzianità contributiva, a prescindere dall’età anagrafica, potranno comunque accedere alla pensione anticipata. Per il prepensionamento delle lavoratrici sono richiesti invece 42 anni e un mese di contributi. Sostanzialmente con la legge di Bilancio 2019 viene stoppato l’innalzamento di cinque mesi dei requisiti richiesti che è partito l’1 gennaio 2019, vengono però introdotte delle finestre di tre mesi, dunque il vantaggio finale è di due mesi.

Aumento delle pensioni minime

La pensione di cittadinanza, che di fatto può essere “tradotta” come aumento delle pensioni minime, è rivolta alle famiglie composte esclusivamente da componenti con più di 65 anni e che si trovano in una situazione di povertà, ovvero con un reddito familiare inferiore a 7.560 euro all’anno. Un beneficio che integrerà il reddito familiare.