Il Lavoro nero è una delle piaghe sociali e uno dei fenomeni più diffusi nel mondo del lavoro. Nessun settore è esente da questa illecita pratica, anche se ce ne sono alcuni in cui questo problema è maggiore. Nel lavoro domestico per esempio, circa la metà dei lavoratori svolge la propria attività senza regolare contratto. Ogni anno tutti i governi che si sono succeduti hanno previsto nuove norme e nuovi interventi contro questo fenomeno. La nuova legge di Bilancio ha infatti introdotto alcune novità con tanto di inasprimento delle sanzioni per i datori di lavoro che utilizzano questa pratica.
L’Ispettorato del lavoro con la sua circolare n° 2 del 2019 ha presentato i chiarimenti relativi alle nuove norme della manovra di bilancio dell’attuale governo e adesso ha prodotto una nota integrativa che illustra meglio molti aspetti di queste novità.
Maggiorati gli importi delle sanzioni
Reprimere e contrastare le condotte che secondo la legge sono lesive della dignità dei lavoratori, questo l’obbiettivo delle nuove norme che l’esecutivo Conte ha voluto introdurre per quanto concerne il lavoro nero ed in linea generale, lo sfruttamento dei lavoratori. Interventi mirati al lavoro sommerso ma anche a infrazioni delle regole previste dai vari contratti collettivi, come i riposi, gli orari di lavoro, la salute del lavoratore e la sicurezza del posto di lavoro.
Aumentano del 10 e del 20% le sanzioni amministrative in capo a quei datori di lavoro che vengono colti a detenere lavoratori in maniera non consona al regolare svolgimento delle attività lavorative.
Peggiorano le sanzioni in caso di comportamenti reiterati
Si inaspriscono le multe e le sanzioni per queste pratiche contrarie alla comune dignità del lavoratore, ma per i casi di recidiva, cioè per quei datori di lavoro che vengono più volte “beccati” in situazioni anomale, le percentuali prima citate raddoppiano.
La nota dell’Ispettorato del lavoro tratta proprio il caso delle recidive. Nella fattispecie, la nota spiega che il raddoppio delle sanzioni, sia amministrative che in alcuni casi penali, riguarda quei datori di lavoro che nei tre anni precedenti un illecito, risulti essere stato già destinatario di precedenti contestazioni per gli stessi illeciti.
Mano pesante pertanto, oltre che sul nero, anche su orari di lavoro applicati in maniera superiore a quelli previsti dal contratto collettivo o per mancata concessione dei riposi giornalieri e settimanali spettanti ai lavoratori.