Durante l'esame in aula al Senato del maxi decreto unico che contiene Quota 100 e reddito di cittadinanza sono piombati circa 1570 emendamenti con nuove proposte di modifica sulle norme in materia previdenziale. Il testo, è atteso in aula per il prossimo martedì 19 febbraio.

Presentati 1570 emendamenti

Continuano ancora i dibattiti sul maxi decreto che introduce Quota 100 e il cosiddetto reddito di cittadinanza al Senato che dovrebbe portare il testo alla conversione in legge definitiva entro sessanta giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Come ormai noto, il meccanismo della Quota 100 volto a garantire una maggiore flessibilità in uscita dall'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi ha già preso piede da qualche settimana e sono state presentate oltre 35 mila istanze di prepensionamento mentre per quanto riguarda il reddito di cittadinanza voluto dal Movimento 5 Stelle, la macchina partirà il prossimo 6 marzo.

Tuttavia, a margine dell'esame del testo in Senato, sono stati presentati nuovi emendamenti volti ad introdurre alcuni correttivi sulla misura pensionistica. Si tratta di circa 1570 proposte avanzate per lo più dai partiti di opposizione: circa 900 emendamenti sono stati presentati da Fratelli D'Italia, altri 225 dal Partito Democratico, 236 da Forza Italia e circa 130 sono le proposte avanzate da Liberi e Uguali.

Ma ci sono anche le proposte avanzate dai partiti di maggioranza. Stando a quanto riporta il quotidiano "La Repubblica", infatti, circa 34 provvedimenti sono stati presentati dal Movimento 5 Stelle mentre altri 43 emendamenti sono stati depositati dalla Lega.

Governo al lavoro per accelerare i concorsi pubblici

Tuttavia, le proposte di modifica dovrebbero riguardare la liquidazione del Trattamento di Fine Servizio per i dipendenti della Pubblica Amministrazione al fine di innalzare la soglia a 45-50 mila euro e concedere la possibilità di ricorrere ad un prestito bancario con interessi interamente a carico delle casse statali.

Altra importante modifica dovrebbe essere fatta per quanto concerne il riscatto degli anni di laurea, possibilità che potrebbe essere estesa anche ai lavoratori che hanno compiuto più di 45 anni di età anagrafica. Inoltre, il Governo Conte lavora su una norma ad hoc per velocizzare i concorsi nel pubblico impiego in modo tale da attuare delle assunzioni entro fine anno.