Reddito di cittadinanza anche a cittadini stranieri si o no, e se si con quali requisiti? Questo uno dei dubbi più discussi della misura di contrasto alla povertà che il governo ha deciso di varare con tanto di decreto che adesso è al Senato per la conversione in legge. L’iter parlamentare prevede adesso gli emendamenti, cioè le proposte correttive del decreto che potrebbero correggere le misure in esso contenute, compreso naturalmente il reddito di cittadinanza. Un particolare emendamento riguarda proprio questo nuovo strumento le cui domande dovrebbero partire dal prossimo 6 marzo e nello specifico, la parte della misura che interessa i cittadini stranieri residenti in Italia.
Si tratta di una proposta del Movimento 5 Stelle, con prima firmataria la senatrice Paola Nugnes che ha avanzato ipotetici problemi di costituzionalità per il reddito di cittadinanza così come è stato apparecchiato nel decreto dalla Lega ma anche dal suo partito.
I diritti degli stranieri sono previsti dalla Costituzione
Il reddito di cittadinanza prevede un sussidio mensile fino a 780 euro per un single con tanto di programma di riqualificazione e reinserimento sociale e lavorativo del beneficiario. Una misura che sembra faccia gola a molti, per evidenti necessità dovute dalla crescente povertà, dalla disoccupazione e dalla crisi economica di molte famiglie. La misura che dovrebbe consentire ai fruitori di trovare più facilmente lavoro e nel frattempo, di avere un piccolo reddito per tirare avanti, sarà destinata a cittadini italiani ed anche a stranieri residenti in Italia.
Nel decreto per quanto concerne questi ultimi, esiste un paletto da rispettare per poter rientrare nei benefici della misura e cioè la residenza in Italia da almeno 10 anni. Proprio questo paletto è quello che per molti ed anche per la Nugnes, potrebbero causare problemi di incostituzionalità alla misura.
La proposta di ridurre la residenza necessaria per il sussidio
Proprio questo requisito della residenza decennale è contrario alla nostra Costituzione ed al diritto sovranazionale, questo quanto dichiarato nella relazione illustrativa che accompagna l’emendamento del M5S. Infatti la proposta mira a ridurre questo paletto portandolo a due anni.
In pratica, come recita anche il titolo dato alla proposta da parte dei proponenti, reddito di cittadinanza anche a stranieri purchè residenti in Italia da almeno 2 anni. Un netto taglio di vincolo che porterebbe ad una grande estensione di beneficiari, soprattutto se si guarda anche al fatto che sempre nell’emendamento, si pensa ad allargare il sussidio anche a stranieri che hanno ottenuto l’asilo politico o la protezione sussidiaria. Infatti, sempre dalla relazione si evince che secondo i proponenti il mancato allargamento del beneficio anche ai rifugiati andrebbe contro alle disposizioni della Unione Europea.