A pochi giorni dall'entrata in vigore del meccanismo della Quota 100, le domande di prepensionamento sono arrivate a oltre 24 mila; un notevole successo per il governo gialloverde che mira a superare, in via definitiva, la riforma Fornero. Il Fondo Monetario Internazionale, però, avrebbe bocciato i due provvedimenti bandiera dell'esecutivo, affermando che sarebbero un disincentivo al Lavoro.

Fmi, crescita sotto l'1% almeno per i prossimi tre anni

Stando a quanto riportato dal quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", infatti, l'Fmi avrebbe diramato un report che indica le prospettive di crescita dell'Italia per i prossimi tre anni: secondo il Fondo, si avrà una crescita sotto l'1% per almeno tre anni; sempre in base a queste stime, la crescita sarà pari allo 0,9% per il 2020 e allo 0,7% per il 2021 con deficit previsto di circa il 2,1% del Pil nell'arco del 2019.

Il vicepremier Luigi Di Maio risponde così: "Abbiamo già smentito tante voci in soli sette mesi e nel corso del 2019 smentiremo anche l'Fmi".

Per l'Istituto di Washington, inoltre, il reddito di cittadinanza fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle costituirebbe un disincentivo al lavoro, visto che l'incentivo è stato fissato al 100% della linea di povertà relativa in confronto al 40-70% indicato nelle buone pratiche internazionali. Tuttavia, il reddito di cittadinanza contenuto nel maxi-decreto, che sta seguendo l'iter parlamentare per la conversione in legge, andrebbe a favorire soprattutto il Meridione, dove il costo della vita è più basso e si registra un alto tasso di disoccupazione. L'Fmi afferma anche che il beneficio sbandierato dai grillini potrebbe penalizzare le famiglie numerose e per questo motivo dovranno rendersi disponibili controlli adeguati per verificare i reali destinatari del reddito.

L'Fmi critica Quota 100

Critiche anche per quanto riguarda la cosiddetta Quota 100, la misura che consente l'uscita anticipata a tutti coloro che hanno raggiunto i 62 anni di età anagrafica accompagnati dai 38 anni di versamenti contributivi: per gli esperti del Fondo Monetario, infatti, in Italia le regole per il pensionamento anticipato sono state allentate.

Ciò potrebbe portare all'aumento dei potenziali beneficiari e, di conseguenza, far crescere notevolmente i costi per l'applicazione della misura. Infine, andrebbe a ridursi la partecipazione nel mercato del lavoro con un maggior peso per le giovani generazioni che fanno sempre più fatica a trovare un'occupazione stabile.