Con l’ingresso nel sistema previdenziale italiano della pensione con quota 100, le assunzioni nella Scuola potrebbero essere nettamente favorite. I molti pensionamenti anticipati che sono figli della nuova misura del Governo Conte ampliano le cattedre che resteranno vacanti in vista del nuovo anno scolastico. La scuola rappresenta il settore lavorativo dove è più facile provvedere a conteggiare possibili carenze di organico per via dei pensionamenti anticipati con la quota 100 che si andranno ad aggiungere alle fuoriuscite di personale con le altre misure previdenziali classiche.

Le domande di cessazione dal servizio scadute a febbraio infatti, mettono in luce che nel comparto si cercano 66mila nuovi insegnanti. I dati fuoriescono da una analisi del Sole 24 Ore riprodotta anche da diversi altri media e siti internet tra i quali “Studiocataldi.it”.

I posti disponibili

Saranno 66mila i docenti che dovranno essere reclutati tramite svariate selezioni ordinarie, questo quanto asserisce il quotidiano economico finanziario. Per la scuola di infanzia e per la scuola primaria la selezione porterà all’ingresso di 16.959 maestri. Successivamente saranno definite le selezioni ordinarie per le immissioni nelle scuole medie e nelle scuole superiori per un totale di 48.536 posti disponibili.

Per infanzia e primaria potranno partecipare i diplomati magistrali ed i laureati in scienze della formazione, compresi tutti quelli esclusi dalla procedura straordinaria da 10mila posti aperta nel 2018. Per medie e superiori potranno concorrere i laureati che abbiano conseguito 24 crediti formativi in materie pedagogiche. Solo per quanti risultano essere abilitati in un’altra classe di concorso, i 24 crediti di formazione non sono necessari.

Sul quotidiano si mette in luce che sono Veneto, Piemonte e Lombardia le Regioni maggiormente interessate dai posti vacanti, così come sostegno, matematica, scienze, italiano storia e geografia sono le classi di concorso più gettonate.

Le altre novità

Per le varie selezioni, ipotizzare concorsi avviati prima della prossima estate è esercizio azzardato.

Con le selezioni che si avvieranno solo in prossimità dell’avvio del nuovo anno scolastico, ipotizzare la necessità di ricorrere a molti supplenti e quindi nuovi precari è più di una possibilità fattibile. Proprio sui precari si basa una delle novità più importanti introdotte dal nuovo Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Per chi è supplente e precario da più di 3 anni, viene stabilito che il punteggio di titoli e servizio per questi soggetti sarà di valore più elevato degli altri concorrenti e che il 10% dei posti vacanti (ma in Parlamento si pensa ad aumentare al 20 o addirittura al 30% questa riserva) sarà appannaggio di questi precari. Per l’altra novità che prende il nome di continuità didattica viene stabilito che dopo l’anno di formazione per i selezionati, si dovrà permanere nello stesso istituto per almeno 4 anni senza possibilità di richiedere o essere trasferiti.