Oltre 42 mila pensionamenti nel comparto Scuola lasciano pensare ad un nuovo piano di stabilizzazione al fine di garantire ai precari un contratto a tempo indeterminato e consentire la continuità del lavoro nelle scuole. Sono i primi effetti della Quota 100, la misura tanto voluta dalla Lega che consente l'uscita a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi.

Via libera alla stabilizzazione dei precari?

Stando a quanto affermato il quotidiano "Il Messaggero", sarebbe intenzione del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti mettere in atto un nuovo piano di stabilizzazione al fine di dare la possibilità a migliaia di lavoratori precari di trasformare i loro contratti di lavoro.

Secondo il piano reso noto dalle organizzazioni confederali, molti docenti con più di 36 mesi di servizio potrebbero stabilizzare i loro contratti attraverso una fase transitoria. Una misura che potrebbe rivelarsi utile visto che, con il sistema delle quote circa 42 mila persone lasceranno le cattedre per godersi il meritato riposo; una cifra che raggiungerebbe quota 70 mila se si considerano le uscite anticipate degli anni precedenti.

Nei giorni scorsi, non sono mancate le polemiche del Movimento 5 Stelle che ha accusato lo stesso Bussetti di fare promesse elettorali ma la Lega, prontamente avrebbe risposto: "La stabilizzazione è nel contratto di governo". Tuttavia, il Governo dovrebbe accelerare il lavoro visto che, mancano solo tre mesi per completare tutta la procedura di stabilizzazione altrimenti si rischierebbe di creare ulteriori supplenze e quindi, aumentare ulteriormente il numero di insegnanti che dal prossimo anno decideranno di anticipare l'uscita.

Sempre come riporta "Il Messaggero", però, non ci sarà tempo per bandire un nuovo concorso e dar vita a nuove assunzioni nelle scuole. "La fase transitoria e straordinaria per l'assunzione, interesserà i docenti abilitati e i docenti con tre annualità che hanno acquisito professionalità e competenze già in servizio", spiega il segretario nazionale della Flc Cgil Francesco Sinopoli.

Le parti sociali, infatti, lavorano per portare in organico di diritto circa 56 mila unità e delle deroghe di sostegno. L'ipotesi, verte nell'assunzione dei non abilitati per un anno dal primo settembre 2019 al 31 agosto 2020, i quali saranno costretti a seguire un percorso formativo ai fini del conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento.

Sindacati pronti a scendere in piazza

Intanto, nascono le preoccupazioni sul blocco delle rivalutazioni degli assegni previdenziali che potrebbero comportare dei tagli sulle Pensioni: una pensione di poco superiore a 3 volte il minimo, ovvero, di 1568 euro perderà circa 950 euro all'anno. E' questo il motivo che spinge le parti sociali ad avviare una nuova manifestazione prevista per il primo giugno in piazza a Roma.