Dopo la corsa a presentare domanda per il reddito di cittadinanza di questi primi mesi di funzionamento della misura, adesso sembra essere in aumento un dato in contro tendenza. Sembra, infatti, che da un po' di tempo ci sia la corsa a chiedere disdetta da parte di molti di quelli che hanno presentato domanda. L'innegabile successo della misura, con un enorme numero di domande presentate, si scontra adesso con molte rinunce alla misura. I motivi sarebbero molteplici, a partire dai controlli che presto verranno avviati per verificare il reale possesso dei requisiti di chi sta cominciando a ricevere i soldi.
Il quotidiano "Il Giornale" del direttore Alessandro Sallusti punta l'indice anche contro la pochezza delle cifre ricevute da molti cittadini, cifre ben distanti da quelle promesse inizialmente, cioè i 780 euro al mese.
Dal Caf per disdire
In molte regioni d'Italia stanno giungendo ai Centri di Assistenza Fiscale (Caf), le disdette per il reddito di cittadinanza, cioè le rinunce da parte di chi ha presentato domanda, ma anche da chi ha già percepito i primi accrediti. A dire il vero, come sottolineano diversi quotidiani tra i quali il Messaggero, una vera procedura di disdetta non è stata prevista e adesso toccherà provvedere, magari creando un modulo ad hoc per chi intenda davvero rinunciare.
Secondo i dati delle segnalazioni dei Caf, sarebbero già 130mila le persone che hanno segnalato di voler fare dietrofront.
Una misura che delude molti
'Il gioco non vale la candela', questo probabilmente il detto che sta alla base dei progetti di rinuncia da parte dei 130mila richiedenti "pentiti" del reddito di cittadinanza.
Innanzitutto le cifre, con molti che si sono visti accreditare poche decine di euro (alcuni hanno percepito 40 euro) a fronte dei 780 promessi. Una questione di disinformazione, perché nel pacchetto normativo della misura i limiti Isee e di reddito familiare erano chiari nel sottolineare come la misura offrisse una integrazione a 780 euro del reddito di un singolo e non un importo aggiuntivo pari alla stessa somma.
Per di più la misura prevede numerosi adempimenti ed obblighi in capo ai beneficiari. Si passa dall'obbligo di partecipare assiduamente ai programmi che i Centri per l'Impiego avvieranno, ai lavori di pubblica utilità per il proprio Comune di residenza (8 ore a settimana). Inoltre, percepire il reddito di cittadinanza, anche con cifre minime mette il beneficiario a rischio controlli fiscali. E sarebbero controlli molto molto approfonditi e particolari. Questo è un altro aspetto che spinge l'idea di rinuncia da parte di molti che avevano immaginato cifre e struttura differente per la misura tanto cara al Movimento 5 Stelle.