Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi, 15 maggio, vedono emergere nuovamente il tema della riforma previdenziale ed il relativo intreccio con il riavvio del turn over generazionale, soprattutto nel pubblico impiego. Il comparto appare particolarmente sensibile non solo per le richieste di flessibilità in arrivo dagli stessi lavoratori, ma anche per la necessità di garantire la continuità del servizio verso i cittadini (con evidenti riverberi occupazionali). Anche per questo hanno fatto velocemente il giro del web le ultime dichiarazioni espresse dal Ministro della PA Giulia Bongiorno al riguardo di questa tematica, nelle quali si fa il punto della situazione e si suggeriscono dati importanti sulle prossime uscite.
Pensioni: nella pubblica amministrazione si prospettano 500mila uscite entro 3-4 anni
Un impatto diretto delle nuove opzioni di uscita flessibile dal lavoro nella pubblica amministrazione lo si avrà già a partire da quest'anno, visto che complessivamente nel 2019 ci si attende circa 250mila prepensionamenti. Di questi, circa 150mila saranno maturati attraverso le regole della legge Fornero attualmente in vigore, mentre ulteriori 100mila dovrebbero concretizzarsi tramite la nuova opzione della quota 100. Se invece si estendono stime e proiezioni sui prossimi 3/4 anni, le uscite dal lavoro dovrebbero raggiungere le 500mila unità.
Numeri che certamente fanno riflettere e che preoccupano proprio rispetto alla necessità di garantire la continuità del servizio.
Resta implicito che nel settore si dovrà comunque concretizzare lo sblocco del turn over, effettivamente annunciato durante il forum sul pubblico impiego.
I nuovi pensionamenti saranno un'opportunità di rinnovamento
D'altra parte, se da un lato l'elevato numero di pensionamenti pone una sfida difficile per il settore pubblico, contemporaneamente il fenomeno si traduce anche in un'occasione di rinnovamento per la PA.
Secondo i dati recentemente presentati, l'età media delle persone impiegate dallo Stato è superiore ai 50 anni, mentre si sale oltre i 54 anni nelle prefetture, negli enti pubblici non economici e presso la Presidenza del Consiglio. Il turn over si impone quindi non solo come una necessità legata ai prepensionamenti, ma anche per ottimizzare il servizio e per portare nell'apparato statale nuove competenze.
Certamente il grande cambiamento in corso potrebbe portare con sé anche qualche complicazione, a partire dalla realizzazione effettiva del nuovo piano di assunzioni. Al centro dei prossimi interventi legati allo sblocco del turn over ci sarà quindi l'apertura di nuovi concorsi, che non devono prevedere solo il rispetto formale delle regole, ma portare anche ad un'effettiva e attenta selezione delle persone che entreranno a far parte della pubblica amministrazione.