Stavolta il litigio in seno alla maggioranza è andato oltre la semplice polemica a distanza tra Lega e M5S. Il Governo Conte probabilmente è sul punto di cadere perché la Lega, dopo il voto in Senato sulle mozioni anti e pro Tav, ha deciso di mettere la parola fine all'esecutivo. Ieri la Lega ha depositato la mozione di sfiducia al Governo che dovrebbe essere votata tra il 19 e il 20 agosto in Senato. Cosa potrebbe accadere adesso ai provvedimenti che sono stati varati in questi 14 mesi? Questo è ciò che si chiede adesso la stragrande maggioranza delle persone, soprattutto su Quota 100, Reddito di cittadinanza e Opzione donna..

Quota 100, nessun pericolo per la misura

La misura previdenziale più importante messa in atto dal Governo Conte è senza dubbio Quota 100. Si tratta di una pensione anticipata che si può ottenere a partire da 62 anni di età con 38 anni di contributi come soglia minima. Quota 100 è stata varata con la scorsa legge di stabilità soprattutto su spunta leghista, con il suo leader Matteo Salvini che la considera il primo passo per superare la Legge Fornero. La crisi di Governo e le probabili nuove elezioni non intaccheranno Quota 100. La misura in effetti è stata varata in maniera sperimentale, con una scadenza prefissata. La sua validità è triennale e scade il 31 dicembre 2021. Anche l'esecutivo giallo-verde non ha fatto mai trapelare l'intenzione di prorogare la misura oltre il triennio di attività, perché è una nuova pensione di anzianità il vero obbiettivo per superare una volta per tutte la riforma Fornero, cioè Quota 41.

A oggi quindi Quota 100 sembra non correre rischi nonostante la crisi in seno al governo. Questo perché in primo luogo, salvo esecutivi di garanzia propugnati Presidente della Repubblica Mattarella, il nuovo Governo post-elezioni sarà guidato molto probabilmente da Matteo Salvini, come confermano tutti i sondaggisti. Ipotizzare che sia un Governo a guida leghista a cancellare Quota 100 è pressoché impossibile visto che proprio la Lega ha spinto molto su questa misura, peraltro già coperta dal punto di vista finanziario.

Le coperture economiche della misura sono state stanziate con la scorsa legge di Bilancio e per tutti i tre anni di sperimentazione. Soldi già messi nel piatto che producono già risparmi perché le domande di pensionamento anticipato sono state inferiori alle previsioni.

Opzione donna e Reddito di cittadinanza, quale destino per le due misure

Diverso il discorso invece per la misura conosciuta come Opzione donna. Come si evince da un articolo del Giornale, diretto da Alessandro Sallusti, su Opzione donna le urne e le nuove elezioni sono una incognita evidente. La pensione con 58 anni di età e 35 di contributi per lavoratrici scade a fine anno. La misura è stata oggetto di una proroga fino al 31 dicembre 2019 con la passata manovra finanziaria e l'ennesimo prolungamento almeno per il 2020 non è affatto certo. Ci sono da evitare le clausole di salvaguardia che potrebbero produrre un aumento dell'Iva e bisogna trovare i soldi per la flat tax, misura che un governo tutto leghista o di centrodestra sicuramente proverà a varare.

I soldi per prorogare ulteriormente Opzione donna potrebbero essere necessari per le altre esigenze. E potrebbe non essere confermato nemmeno il Reddito di cittadinaza. Lo dice a chiare lettere anche il Il Messaggero e lo si capisce dalle parole che Salvini ha continuato a ripetere anche in queste ore. Che il Reddito di cittadinanza sia una misura legata a filo diretto con il Movimento 5 Stelle non è un mistero, come non lo è il fatto che la misura non sia mai stata digerita in toto da Matteo Salvini e dalla Lega. "Serve il rilancio dell'economia, dare posti di lavoro, abbassare le tasse alle aziende, non dare sussidi a tutti", questo è un tipico pensiero di Salvini. Ipotizzare che la misura possa essere se non proprio cancellata, quanto meno ridiscussa non è esercizio azzardato, soprattutto alla luce del fatto che le critiche al reddito di cittadinanza nell'area di centrodestra del Paese sono molteplici.

Lo stessa Salvini ha ripetuto più volte che l'assistenzialismo ha tolto manodopera qualificata al sistema. Per Giorgia Meloni invece, flat tax e reddito di cittadinanza sono agli antipodi, non possono coesistere. Dai vertici della Lega però spingono alla cautela dal momento che il Presidente della Commissione Bilancio della Camera Claudio Borghi ha detto che la misura è stata finanziata per due anni e che gioco forza un sostegno ai poveri va dato, sottolineando in pratica che più di una cancellazione di potrebbe fare rotta su un restyling di tutto l'apparato delle prestazioni, misure e servizi assistenziali italiani.