Non è difficile comprendere per quale motivo sia così elevata l'attenzione dei lavoratori verso la legge di bilancio 2020 e le proposte di 'flessibilizzazione' nell'accesso alla pensione. Con le manovre restrittive che si sono susseguite negli scorsi anni (delle quali la legge Fornero è solo l'ultima in ordine di tempo), maturare l'accesso alla pensione di vecchiaia secondo i criteri ordinari richiede il raggiungimento di requisiti piuttosto stringenti. Fare il punto della situazione può quindi essere di aiuto anche per comprendere l'importanza del dibattito attualmente in corso sulla riforma pensionistica.
Pensione ordinaria: anche l'anno prossimo serviranno almeno 67 anni di età
Per poter accedere alla pensione di vecchiaia nel 2020 sarà necessario maturare almeno 67 anni di età e contemporaneamente 20 anni di contribuzione, che però si riducono a 15 anni per tutti i lavoratori che riescono a rientrare nella cosiddetta "opzione Dini" oppure nelle "deroghe Amato". Diverso è invece il caso di coloro che rientrano all'interno del sistema contributivo puro, avendo iniziato a versare dopo il primo gennaio del 1996.
L'uscita ordinaria per chi è inserito nel sistema contributivo
I lavoratori che purtroppo non riescono a guadagnare l'uscita secondo il sistema misto si trovano davanti ad un ulteriore limite.
Oltre ai requisiti già evidenziati in precedenza, l'importo dell'assegno dovrà infatti risultare superiore ad almeno 1,5 volte l'assegno sociale. Di fatto, chi si trova ad aver avuto una carriera precaria o discontinua rischia quindi di non riuscire ad ottenere il pensionamento nonostante la presenza dei 20 anni di versamenti.
In questo caso, la pensione slitta ulteriormente a 71 anni di età, sebbene scenda il requisito contributivo (gli anni di versamenti passano infatti da 20 ad appena 5). Nel conteggio del requisito della anzianità contributiva devono inoltre essere esclusi i contributi accreditati a qualsiasi titolo a livello figurativo.
L'impatto dei futuri adeguamenti sui requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia
Stante quanto appena evidenziato, un'ultima considerazione deve essere rivolta all'impatto dell'adeguamento all'aspettativa di vita sui requisiti di accesso alla pensione per i prossimi anni. Secondo le ultime proiezioni, nel biennio 2029-2030 si passerà infatti dagli attuali 67 ai 68 anni di età, mentre nel 2043-44 si raggiungeranno i 69 anni. Dopo il 2050 si arriverà quindi alla necessità di maturare almeno 70 anni di età e 20 anni di versamenti per poter ricevere il proprio assegno di vecchiaia da parte dell'Inps. Quanto appena esposto spiega quindi in modo piuttosto esaustivo per quale motivo così tanti lavoratori stanno prestando attenzione all'evoluzione del dibattito politico sulle nuove opzioni di flessibilità previdenziale da introdurre con la prossima manovra.