Il neo ministro dell'Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri avrebbe già fatto il punto della situazione riguardante gli interventi da inserire nella nuova Legge di Stabilità. Dopo il giuramento dei viceministri e dei sottosegretari a Palazzo Chigi, infatti, lo stesso ministro del Tesoro li avrebbe convocati per una riunione in vista della riapertura dei lavori per la Legge di Bilancio.
Manovra: si partirà dai 5 miliardi derivanti da Q100 e reddito
Stando a quanto riporta il quotidiano "Il Messaggero", Gualtieri ha parlato di una manovra non restrittiva che porterebbe alla conferma del deficit al 2% anche per il 2020.
Inoltre, per i nuovi interventi da inserire nella manovra finanziaria si potrà fare affidamento sui circa cinque miliardi di euro di risparmi derivanti dalle misure bandiera del precedente Governo giallo-verde, ovvero il meccanismo della Quota 100 e il reddito di cittadinanza sbandierato dal Movimento 5 Stelle.
Le domande su Quota 100 crollano del 90%
La conferma arriva anche dai dati trasmessi alla Ragioneria Generale dello Stato da parte del Presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Pasquale Tridico: circa 2,5 miliardi di euro sono i risparmi previsti per il 2019 mentre altri fondi potrebbero arrivare dal calo della spesa per gli interessi nel caso in cui lo spread rimarrebbe costante.
Stando alle ipotesi dello stesso Tridico, infatti, le minori adesioni a Quota 100 porterebbero sul piatto circa 4 miliardi di euro entro il 2020. Tuttavia, delle 290 mila domande previste, solo 170 mila hanno beneficiato della misura e rispetto ai primi mesi di sperimentazione si è registrato un crollo di istanze pari al 90%.
Governo mira all'accorpamento dell'Imu e della Tasi
Sempre secondo quanto riporta "Il Messaggero", il nuovo governo giallo-rosso dovrà reperire circa 15 miliardi di euro da tagli della spesa, lotta all'evasione fiscale ed ulteriori revisioni delle agevolazioni fiscali. Le ipotesi sul tavolo dell'esecutivo sono tante e, stando a quanto annunciato dallo stesso Gualtieri, si potrebbe partire dal disegno di legge Gusmeroli che prevede l'accorpamento delle imposte sulla casa quali Imu e Tasi: l'idea, infatti, mira a limitare le correzioni delle aliquote da parte dei Comuni.
L'aliquota base Imu, infatti, è fissata al 7,6 per mille anche se molti Comuni d'Italia hanno provveduto ad aumentarla fino alla soglia del 10,6 per mille mentre la Tasi ha raggiunto un'aliquota massima pari al 2,5 per mille.
Tuttavia, durante il Governo Conte 1 una proposta lanciata dalla Lega mirava all'abrogazione definitiva della Tasi, considerata una tassa inutile ma la richiesta è finita subito nel dimenticatoio visto che avrebbe comportato ingenti oneri pari a circa 1,1 miliardi di euro per un totale di venti miliardi.