Da ieri il governo Conte bis, con maggioranza formata da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Articolo 1 oltre che in carica e legittimamente operativo. Le Camere, prima quella dei Deputati e poi il Senato, hanno votato con favore la fiducia al nuovo esecutivo. Senza perdere tempo, le tre sigle sindacali della cosiddetta triplice, cioè Cgil, Cisl e Uil hanno scritto al Presidente del Consiglio annunciando una manifestazione generale per il prossimo novembre, chiedendo un incontro e sottolineando le loro richieste in materia Pensioni. Dopo aver seguito le lunghe giornate parlamentari sulla fiducia e soprattutto dopo aver ascoltato il programma di governo e i punti programmatici del nuovo governo, annunciati direttamente dal Premier Conte, i sindacati passano all'azione.

In materia previdenziale nel programma di governo c'è poco, soprattutto a riguardo di quota 100, la misura che il precedente esecutivo formato da Lega e Movimento 5 Stelle ha varato e che adesso parte del nuovo esecutivo (il Pd), vorrebbe andare a ritoccare.

Il cuneo fiscale e le pensioni

A novembre a Roma si terrà una grande manifestazione sul tema previdenziale indetta da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp, le tre branche dedicate alle pensioni dei tre grandi sindacati nazionali. "Con gli altri segretari generali di Cgil e Cisl, cioè con Maurizio Landini e Annamaria Furlan abbiamo chiesto al governo un incontro urgente in vista della manovra finanziaria di fine anno", questo ciò che ha detto Carmelo Barbagallo, segretario Uil come riporta una ultim'ora Ansa.

Barbagallo ha confermato la lettera sottoscritta dai tre segretari ed inviata direttamente al Premier Giuseppe Conte, dove oltre che l'incontro, viene annunciata la manifestazione di cui accennavamo prima ed una serie di punti da affrontare in materia previdenziale. Le parole di Barbagallo sono state confermate anche da una nota congiunta delle tre forze sindacali più importanti del Paese.

La manifestazione sarà preceduta da iniziative sul territorio e stando a ciò che si legge nella nota, dovrebbe svolgersi intorno alla metà del mese di novembre. Oltre che di misure previdenziali in senso stretto, cioè di uscite dal lavoro e di quiescenza, molto importante il lato rivolto alle tasse delle richieste dei sindacati.

Il governo Conte sembra seriamente intenzionato a puntare sul taglio del cuneo fiscale come misura cardine della prossima manovra finanziaria, tanto da essere lo strumento scelto per sostituire l'idea flat tax leghista. Il taglio del costo del lavoro che dovrebbe portare più soldi in tasca ai lavoratori, non riguarderà i pensionati. La prima richiesta dei sindacati è un aumento delle pensioni un po’ per tutti, con un occhio di riguardo per i disabili. I sindacati pretendono quindi l'estensione del taglio del cuneo fiscale dei lavoratori dipendenti, anche ai pensionati, cioè tagliare le tasse sulle pensioni, rivalutare davvero gli assegni in essere e prevedere magari nuove detrazioni fiscali.

Pensioni flessibili e superamento della legge Fornero

La mossa dei sindacati, sopraggiunta a poche ore dall'ottenimento della fiducia parlamentare da parte del governo giallo-rosso, sembra lasciar presagire l'intenzione da parte delle parti sociali di svolgere un ruolo non marginale in vista della legge di Stabilità. Anche se non c'è molto in materia pensionistica nel programma giallo-rosso, l'esecutivo Conte bis ha già più volte manifestato l'intenzione di correggere alcune misure del precedente esecutivo, in quello che i politici chiamano discontinuità. una occasione piuttosto ghiotta per i sindacati per spingere su alcuni punti che da sempre sono cavallo di battaglia dei rappresentati dei pensionati.

In queste lunghe giornate di crisi di governo (adesso sembra risolta) le indiscrezioni e le ipotesi su quello che potrebbe accadere in materia previdenziale e su quota 100 soprattutto, sono state molteplici. Stop immediato, chiusura anticipata o revisione della misura sono le ipotesi più diffuse delle ultime settimane per la quota 100. Sulla misura tanto cara alla Lega ed a Salvini la posizione dei sindacati da tempo è chiara. La misura andrebbe corretta in modo tale da concedere la pensione a 62 anni a tutti, solo così si arriverebbe al quel superamento della riforma Fornero cui tutti auspicano. Sull'età di uscita a 62 anni per tutti indipendentemente dai contributi, ma con problematiche relative a lavoro usurante, lavoro precoce e difficoltà reddituali, sembra però che sia proposta non condivisa, almeno nella forma, da tutte e tre le sigle sindacali.

L'idea è figlia della Cgil e di Landini, considerato il soggetto più radicale dei tre. Se la Furlan auspica soltanto una riforma della legge Fornero condivisa anche dal governo, per la Uil e per il segretario della Uilp Proietti l'obbiettivo è la quota 41 se non per tutti, quanto meno per i precoci e senza i vincoli che ha la misura che si chiama con lo stesso nome ed è oggi vigente. La cosa che accomuna tutti e tre i sindacati quindi, come spiega bene il sito "Businessonline.it" è la volontà di mettere mano al sistema previdenziale e superare la riforma del governo Monti con un'attenzione particolare per lavori pesanti, precoci, disagiati e disoccupati.