Pensioni anticipate e quota 100 sono argomenti cari a molti lavoratori, che si chiedono cosa potrebbe cambiare con la prossima Legge di Bilancio. Il nuovo Governo formato da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico è chiamato a valutare interventi in materia previdenziale da inserire in quello che ormai è diventato un classico di tutte le ultime manovre finanziarie, il pacchetto pensioni. Senza dubbio la misura che più è al centro delle discussioni politiche e che di sponda preoccupa gli italiani è quota 100. Che fine farà quota 100 è ormai domanda comune a molti, soprattutto a quanti vedono nella misura di pensione anticipata dai 62 anni, la soluzione per anticipare l'uscita dal mondo del lavoro.

Stando alle ultime indiscrezioni, l'orientamento del Governo sembra essere quello di lasciare la misura in vigore fino alla sua scadenza naturale. La quota 100 è stata varata da Lega e Movimento 5 Stelle con sperimentazione triennale, dal 2019 al 31 dicembre 2021. Questa la via più gettonata al momento, come è stato ampiamente detto anche durante la trasmissione condotta da Giovanni Floris su La7, Di Martedì, del 17 settembre scorso. Lasciare in vigore la misura non vuol dire però che tutto resterà come è oggi. Un eloquente servizio di Silvia Ciufolini, durante la trasmissione di La7, mostra come qualcosa dal punto di vista dei requisiti potrebbe cambiare. E per molti lavoratori potrebbe essere un serio problema, come per Vincenzo, il lavoratore che durante il servizio va a chiedere chiarimenti al Patronato, preoccupato che la quota 100 venga cambiata.

La preoccupazione dei lavoratori

Vincenzo è un lavoratore di Caserta in orbita di quota 100, avendo circa 41 anni di contribuzione versata e un'età ormai prossima ai 62 anni, essendo nato a giugno del 1958. Vincenzo compie 62 anni ad aprile 2020 e ha pianificato la sua uscita dal lavoro proprio con quota 100. A giugno ha cessato la sua attività lavorativa dopo un accordo con il suo datore di lavoro, ignaro del fatto che adesso, con la guida del Paese che ha cambiato colore, quota 100 rischia di essere modificata come requisiti.

Ciò che preoccupa il lavoratore non è il fatto che quota 100 potesse essere cancellata, perché le diverse dichiarazioni di Ministri e di noti esponenti di tutte le forze che guidano la maggioranza ormai sembrano propendere per lasciare in vigore la misura. La preoccupazione di Vincenzo, confermata anche dall'addetto del Patronato che compare nel servizio televisivo, è che l'età minima per quota 100 venga spostata in avanti.

Senza lavoro e senza pensione

Se l'età minima di accesso alla quota 100 venisse davvero innalzata, al fine di risparmiare sulla spesa pubblica, riducendo la platea dei beneficiari, Vincenzo correrebbe seri rischi di rimanere senza reddito e senza pensione. Secondo il Patronato a cui si è rivolto, accompagnato dalla giornalista di La7, se si portasse a 63 anni l'età minima di accesso al canale di uscita, Vincenzo resterebbe per un anno senza pensione e senza lavoro. Infatti dovrebbe attendere di compiere il suo sessantatreesimo anno di età ad aprile 2021 per poter finalmente arrivare alla pensione. Se invece, malauguratamente per lui, si decidesse di innalzare ulteriormente l'età, portandola a 64 anni, il signore resterebbe fuori dal perimetro di quota 100, di fatto un esodato, perché resterebbe senza pensione e senza lavoro per molti anni.

Non lavorando più infatti, resterebbe con meno di 41 anni di contributi, cioè a una soglia che non gli permetterebbe l'accesso alla pensione anticipata in regime Fornero, che ad oggi si percepisce con 42 anni e 10 mesi di contributi e nemmeno alla quota 41 per precoci. In altri termini, dovrebbe per forza di cose ripiegare sulla pensione di vecchiaia che si centra però solo a 67 anni compiuti. In pratica andrebbe in pensione solo nel 2025, quando a giugno di quell'anno compirà 67 anni di età, a meno che l'aspettativa di vita non confermi ulteriori 3 mesi di aumento dell'età pensionabile già ipotizzati proprio per il 2025. In sostanza, anziché andare in pensione a giugno 2020, come aveva organizzato, Vincenzo resterebbe dal 2020 al 2025 senza pensione e senza lavoro. Un problema serio quindi che la politica deve prevedere, ipotizzando questo caso come non isolato, perché probabilmente ci saranno tanti Vincenzo in attesa di novità, molti nati nel 1958.