Mancano ormai pochi giorni alla presentazione della cosiddetta Nadef, la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza che precede la presentazione della manovra di fine anno. Il passaggio è importante perché anticipa i temi chiave che verranno affrontati all'interno della finanziaria. Non stupisce quindi che nelle ultime ore si siano moltiplicate le dichiarazioni in merito ai possibili interventi, a partire dalla conferma della quota 100 e dalla possibile proroga dell'opzione donna.
Pensioni anticipate e LdB2020: la quota 100 resta fino al 2021
Molti dettagli in merito agli interventi di riforma del settore previdenziale sono destinati ad arrivare tra qualche settimana, visto che entro il 15 ottobre 2019 la bozza della legge di bilancio deve arrivare alla Commissione UE e all'eurogruppo. Mentre il 20 ottobre tornerà in Parlamento per l'avvio della discussione. Resta il fatto che al momento sembra ormai certa la prosecuzione dell'accesso alle pensioni tramite la quota 100 fino al termine della sperimentazione (ovvero il 31 dicembre 2021). Non è noto se verranno effettuati interventi in merito ai criteri di fruizione, ma la notizia della conferma chiude una discussione protrattasi per diverse settimane.
Altrettanto importante risulta l'intenzione espressa dall'esecutivo di prorogare l'opzione donna, mentre si resta in attesa di scoprire come verranno concretizzate le soluzioni relative ai lavoratori esodati ed ai cosiddetti precoci (che chiedono l'estensione della quota 41 per tutti).
Nella riforma del sistema previdenziale anche una pensione di garanzia per i giovani
Accanto al tema della flessibilità previdenziale resta in essere anche la necessità di pensare sin da oggi alle nuove generazioni ed a coloro che risultano inseriti nel sistema contributivo puro. Per questi lavoratori manca un adeguamento al minimo, con il rischio di trovarsi in età avanzata a doversi confrontare con assegni da poche centinaia di euro.
Sul problema i sindacati chiedono da tempo di istituire una pensione di garanzia come soluzione soprattutto per chi si trova a fare i conti con carriere discontinue e con stipendi bassi. La bozza dell'intervento prevede innanzitutto di eliminare il vincolo di 1,5 volte il minimo per la maturazione dell'assegno, così da non dover attendere i 70 anni per ottenere l'accesso all'Inps. Oltre a ciò, si punta a costituire un sistema perequativo che possa consentire degli assegni dignitosi a chi ne ha più bisogno risultandone però scoperto, ovvero a coloro che hanno fatto i conti con una carriera lavorativa precaria. Mentre sullo sfondo le parti sociali chiedono anche di rilanciare la previdenza integrativa, proprio per porre in essere maggiori tutele rispetto alle regole sempre più stringenti che caratterizzano il sistema della previdenza pubblica.